L’australia e il Mondiale da vincere fuori
Europea ha urgente bisogno di una politica fiscale comune che attenui le fluttuazioni cicliche e promuova gli investimenti e l’occupazione. Allo stesso modo, va eliminata la concorrenza fiscale tra i Paesi europei.
4) Bisogna essere coraggiosi e andare oltre un meccanismo di backstop per l’european Stability Mechanism (il cosiddetto Fondo Salva Stati). È necessaria una vera unione bancaria europea, un’assicurazione dei depositi comunitaria e la Bce deve poter diventare una vera banca centrale assumendosi anche il ruolo di prestatore di ultima istanza, come ha già sostanzialmente fatto negli ultimi anni. L’australia in campo ai Mondiali di Russia di calcio. Non una novità, come ricorda il Sydney Morning Herald, anche se la nazionale di Canberra non ha chance di andare molto lontano. Ma l’australia vuole vedere aumentare il proprio peso politico. E la federazione calcio si è già spesa per far assegnare il Mondiale del 2026 agli Stati Uniti.
5) Alcuni di noi propongono l’uso del «Fondo Salva Stati» come veicolo per l’assicurazione dei debiti nazionali con l’obiettivo di far convergere le curve dei rendimenti dei titoli di Stato di tutti i Paesi e reinvestire i proventi derivanti dai premi di assicurazione nei Paesi che li hanno pagati. Altri sostengono la proposta dei «synthetic bonds» o «safe assets» (Esbies) come paniere di titoli di Stato di Paesi diversi. Sono possibili diverse soluzioni che tendono a una condivisone dei rischi tra i Paesi europei, ma nessuna di queste costituisce una scusa per uscire dall’euro.
6) È urgente discutere di un sussidio di disoccupazione europeo (anche se soppesato con i diversi poteri d’acquisto nazionali) che può svolgere il ruolo di stabilizzatore automatico durante i periodi di crisi, promuovendo la convergenza delle economie europee.
Sono questi i punti che il nuovo governo dovrebbe mettere al centro delle negoziazio- ni con l’unione Europea.
Al tempo stesso è più che urgente smettere di parlare irresponsabilmente di un’uscita dall’euro. I firmatari di questa lettera hanno opinioni diverse sull’euro stesso. Alcuni di noi pensano che non avrebbe mai dovuto nascere prima di una vera Unione politica e fiscale. Altri pensano che era ed è un’ottima idea, semplicemente con qualche difetto nella sua realizzazione. Ci accomuna però l’idea che le difficoltà strutturali dell’italia in termini di produttività e crescita non siano colpa dell’euro e che uscirne sarebbe un disastro. Oltre alla turbolenza finanziaria che provocherebbe, l’uscita dall’euro porterebbe inevitabilmente alla svalutazione dei risparmi e dei salari dei lavoratori italiani. E se a ciò sommiamo la flat tax andiamo direttamente nell’argentina delle crisi più drammatiche con aumenti inaccettabili della disuguaglianza sociale.
Negoziazioni
Sei punti da porre al centro della trattativa con l’unione, a partire dal Fiscal Compact