Nuovi murales: il piano di Conte è una lista vuota
Tvboy ha dedicato due murales a Roma al premier Conte. Uno, in piazza della Torretta, lo vede con un decalogo di «priorità» con solo punti interrogativi. Il secondo, in vicolo del Fico, con Putin e Trump. Un altro murale («W le buche») è dedicato a Virginia Raggi.
un silenzio di subalternità politica ma anche di consapevolezza delle divisioni interne, che non consentono rilanci.
Altra battaglia quella delle poltrone. Di Maio se ne accaparra parecchie: quella di vicepremier e quelle di ministro nei dicasteri del Lavoro e dello Sviluppo economico. Il Di Maio uno e trino fa indigestione di competenze (tenendosi anche la delega alle Telecomunicazioni), ma non rinuncia a quella di leader del
Movimento. Il risultato è un eccesso di carico, che si traduce in una serie di forfait. Mercoledì manca alla riunione di Confesercenti e ai giuramenti dei sottosegretari. Ieri molla la patata bollente di Porta a Porta a Virginia Raggi, per nulla disposto a metterci la faccia sulla questione romana, e diserta l’assemblea dei gruppi. Imbarazzo e voglia di tenersi alla larga dai guai romani? Probabile, ma non solo, visto che lui stesso spiega: «È stata una giornata complicata nei ministeri: ne ho uno da una parte e uno dall’altra».
Nel ping pong tra uffici (Di Maio, oltre all’ombra di Rocco Casalino, ha un portavoce politico e due ministeriali), rischia di farsi sorpassare, naturalmente a destra, da Salvini. Che dopo essersi intestato la battaglia sui migranti, si scaglia contro l’europa, apre un fronte contro Macron, lancia la flat tax e si dice favorevole allo stop sul tetto dei contanti. Un po’ troppo per un socio di minoranza.
Per questo Di Maio reagisce. Fa fare marcia indietro a Salvini sui contanti con la formula magica, che si sentirà spesso: «Non è nel contratto». E rilancia con qualche titolo: il «decreto dignità», il gioco d’azzardo, le delocalizzazioni, la tutela dei rider (i fattorini in bicicletta). Basterà? La coabitazione è dura. Salvini dice: «Vogliono farci litigare ma non ci caschiamo». E così se Felix/di Maio prova a fare ordine in casa, Oscar/salvini butta tutto all’aria e rilancia il poker: definisce l’aquarius una «crociera» e spiega che se i migranti rischiano a causa del maltempo, «sono solo fatti loro». La strana coppia convive. Ma chissà fino a quando.
Il forfait in tv
Il ministro annulla la partecipazione a «Porta a porta» e non incontra i gruppi M5S