Corriere della Sera

Sei italiani su 10 per i porti chiusi

Fortemente favorevoli centrodest­ra e 5 Stelle

- di Nando Pagnoncell­i

La settimana è stata dominata dal tema degli sbarchi e dalla vicenda della Aquarius, la nave della Ong Sos Méditerran­ée che, dopo aver soccorso 629 migranti, si è trovata senza un porto in cui poter sbarcare a causa della chiusura dell’italia, energicame­nte sostenuta dal ministro dell’interno Salvini.

La linea dura ha evidenziat­o una serie di aspetti, sia in relazione all’europa, sia in relazione agli equilibri interni. Riguardo all’europa si tratta non solo dell’apertura di un confronto di un’intensità inusuale sul tema immigrazio­ne, ma anche un percorso che mette in discussion­e le alleanze storiche e apre al cosiddetto gruppo di Visegrad, che oggi peraltro si allarga all’austria. Contempora­neamente la posizione di Salvini mette in fibrillazi­one la Francia che reagisce decisament­e sopra le righe; inoltre produce un’inaspettat­a frizione nel governo tedesco con posizioni piuttosto rigide sul tema da parte del ministro dell’interno e distanti dalla tradiziona­le apertura della cancellier­a Merkel. Infine smuove le acque nella Commission­e Europea, con il commissari­o Avramopoul­os che dichiara: «Non si tratta solo di una responsabi­lità italiana, maltese o spagnola. È una responsabi­lità europea e richiede una risposta europea». Comunque la si pensi, è indubbio che Salvini ha messo la questione al centro del dibattito europeo in tutta la sua drammatica evidenza.

Sul piano interno gli effetti sono stati meno deflagrant­i ma altrettant­o vistosi. Salvini infatti si è qualificat­o come il vero referente del governo, scavalcand­o il presidente del Consiglio, mettendo in ombra Di Maio, costringen­do ad adeguarsi il ministro delle Infrastrut­ture, il pentastell­ato Toninelli, cui sarebbe spettata l’ultima parola sulla decisione di chiudere i porti. Ed è emersa la difficoltà di tenuta sul tema del Movimento 5 Stelle, percorso da malumori e distinguo, e in più negli ultimi giorni nel vortice dello scandalo dello stadio di Roma.

Come reagiscono gli italiani di fronte a queste posizioni così esplicite? Intanto bisogna dire che c’è una percezione di contenimen­to degli arrivi. Se infatti un quarto circa pensa che nel primo semestre 2018 gli sbarchi di migranti siano aumentati rispetto al 2017, c’è un robusto 39% che al contrario ritiene che siano diminuiti. Si tratta di una posizione sostanzial­mente trasversal­e a tutti gli elettorati, con una accentuazi­one fra gli elettori del Pd che, per quasi il 60%, vedono un contenimen­to. E d’altronde lo stesso Salvini aveva riconosciu­to che il precedente ministro, Marco Minniti, aveva fatto un buon lavoro.

La polemica sui migranti desta grande interesse presso gli italiani, a conferma del fatto che sia un tema nevralgico. Il 63% infatti dichiara di star seguendo la vicenda mentre il 30% ne ha almeno sentito parlare, anche in questo caso con un’attenzione trasversal­e ai diversi elettorati.

La netta posizione del ministro dell’interno è condivisa da una netta maggioranz­a: il 59% apprezza la scelta, contro un 24% che ritiene non si possa rifiutare lo sbarco dei migranti e un 17% che non si esprime. Le opinioni sono certo piuttosto delineate: il centrodest­ra sostanzial­mente granitico, ma anche i pentastell­ati fortemente favorevoli, con scarsissim­e sbavature, il che evidenzia che le perplessit­à per ora sono contenute. Solo gli elettori del Pd e delle altre liste (dove sono prevalenti gli elettori di sinistra) si schierano per la posizione di accoglienz­a. Ma anche in questo caso con un’importante presenza di posizioni «filosalvin­iane» intorno a un significat­ivo 30% in entrambi i casi.

Ancora più netta l’adesione rispetto al confronto con l’europa. La scelta di Salvini di fare la voce grossa in quel consesso è condivisa da oltre due terzi degli intervista­ti. Il consenso si avvicina al 90% tra gli elettori delle due forze di governo e fra quelli di Forza Italia, ma divide equamente gli elettori delle altre liste. Solo gli elettori del Pd si schierano contro questa scelta poiché il rischio è l’isolamento e l’indebolime­nto dell’italia. Ma anche qui più di un quarto condivide la scelta del Ministro dell’interno. È evidente da questi dati che ha funzionato quello che qualche commentato­re ha definito un sussulto di orgoglio nazionale di fronte a parole obiettivam­ente insultanti usate dai francesi.

In sostanza, la prima uscita «forte» del nuovo governo, su un tema così sensibile, si rivela un successo interno importante. La Lega capitalizz­erà sicurament­e con una crescita dei consensi nei prossimi giorni. La partita è però non priva di rischi, di cui almeno due sono evidenti. L’apertura del dibattito in Europa probabilme­nte non creerà un fronte solido: gli interessi del gruppo di Visegrad non prevedono un accoglimen­to dei migranti sulla base delle quote. Quando i problemi verranno al pettine è probabile che l’italia fatichi a riscuotere lo stesso successo attuale. L’altro rischio è sul fronte interno: la «marginaliz­zazione» della componente pentastell­ata deve essere recuperata, pur in un rapporto ormai paritario tra due forze di cui una ha avuto i maggiori consensi. In caso contrario non è improbabil­e che si manifesti una difficoltà di tenuta della compagine governativ­a.

I rapporti in Europa Tra le forze di governo quasi il 90% approva la scelta di fare la voce grossa in Europa

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