Super Ronaldo Tripletta alla Spagna
Con 3 gol è lui l’anti Spagna più del Portogallo Fa pace col fisco e gioca una super partita La doppietta di Costa. La Var finisce sotto tiro
SOCHI La tassa Ronaldo stavolta la deve pagare la Spagna, che domina la partita ma assiste quasi sbalordita allo show del campione madridista: Cristiano si fa in 3, salva il Portogallo e urla al Mondiale tutta la sua voglia di scrivere la storia, provando a vincere con una squadra in cui è l’unico a brillare davvero. Dalla gigantesca conchiglia dello stadio in riva al Mar Nero escono perle a produzione industriale, in una notte caldissima che è lo spot sia della Roja ritrovata, dopo il terremoto Lopetegui della vigilia, sia di un fenomeno che a 33 anni se ne sente 23 e quando lo dice lo prendono per mitomane.
CR7 si procura e trasforma a modo suo il rigore dell’1-0 ed esulta strofinandosi il mento: come la capra con cui ha posato di recente Messi? Poi segna il 2-1 grazie a una topica colossale di De Gea. E nel finale annulla la rimonta spagnola con il gol del 3-3, il vero capolavoro della serata: una punizione che aggira la barriera, sulla quale Busquets cerca disperatamente di intervenire di testa, ma che finisce in buca. E – per inciso – lancia l’iran in testa al girone B.
«Tutto questo è frutto del lavoro per il mio Paese, che ha sempre creduto in me — dice Cristiano che ieri è stato condannato dal fisco spagnolo a due anni di galera (che da incensurato non farà per la legge spagnola, in quanto incensurato) e a pagare 18,8 milioni di multa —. Abbiamo provato a vincere, ma il pareggio è giusto. La Spagna è una delle favorite, ha controllato il pallone, ma noi non ci siamo mai arresi».
Il Portogallo è pur sempre campione d’europa e come in Francia due anni fa ha dimostrato di non morire mai. Ma la salute e l’età della sua difesa sono peggiorate vistosamente. La squadra dell’ingegner Fernando Santos va comunque in vantaggio al primo tentativo: doppio passo di CR7, Nacho è ingenuo, mette la gamba, cercata dall’avversario con astuzia. È rigore. E con Cristiano è gol sicuro.
La sinistra spagnola inizia a pasteggiare a caviale e vodka: su quella fascia Alba, Iniesta e Isco fanno quello che vogliono e da lì arriva la palla per Costa per la gran botta dell’1-1. Peccato che ci sia una manata vistosa su Pepe, valutata da Rocchi e dalla Var (Irrati e Orsato) solo come «contatto di gioco robusto». La linea è evidentemente quella di correggere l’arbitro solo per casi clamorosi: ma gli spagnoli pensano subito a una vendetta italiana per l’elimiventando nazione. La Roja ferita reagisce, Isco colpisce la traversa, il Ronaldo Football Team traccheggia, ma basta un tiro centrale di Cristianone per mandare fuori giri De Gea e riportare sul 2-1 i portoghesi, in vantaggio quasi da imboscati.
In tre minuti a inizio ripresa la Spagna batte sul tavolo il pugno di Hierro (che vuol dire ferro): punizione di Silva, sponda di Busquets di testa e irruzione a piede armato di Costa nell’area piccola. Subito dopo: Isco semina il panico ancora a sinistra, la tocca Silva, rimpallo e palla a Nacho che trova un gol magnifico per completare la rimonta.
La vittoria della Spagna sembra quasi scontata, ma Quaresma e Joao Mario ridanno qualità sulla trequarti. Piqué atterra Ronaldo, che va a battere la punizione come se fosse l’ultima della sua vita. E raggiunge il suo vero scopo: la perfezione. Stavolta la tripletta più anziana nella storia di un Mondiale (il record di Resenbrink resisteva dal 1978) vale un punto, pesantissimo. Domani chissà.
Dopo il primo gol CR7 esulta imitando una capretta: riferimento alla foto di Leo?