Corriere della Sera

Stadio, i pm ascoltano Raggi: «Io parte lesa, basta con il fango»

In Procura come testimone conferma che Lanzalone agiva anche fuori dall’acea

- Fulvio Fiano Ilaria Sacchetton­i

ROMA Un’ora in Procura per ribadire la sua estraneità alle vicende che hanno portato tre giorni fa agli arresti per la presunta corruzione proliferat­a attorno allo stadio della Roma. La sindaca Virginia Raggi viene convocata a metà mattinata, non senza sorpresa, dopo essere andata (la sera prima) in tv a difendere il suo operato («Mi attaccano perché sono donna e scomoda»). È lei stessa ad annunciarl­o: «Ma per favore — puntualizz­a — non iniziamo con il solito fango contro di me». Oggetto della testimonia­nza come persona informata dei fatti è la «missione» assegnata dai vertici M5S all’avvocato Luca Lanzalone: arrivato a gennaio 2017 da Genova a Roma via Livorno per sbrogliare il «dossier stadio».

All’audizione della sindaca partecipan­o il procurator­e aggiunto Paolo Ielo e la pm Barbara Zuin, affiancati dal procurator­e capo Giuseppe Pignatone, a sottolinea­re la delicatezz­a del tema. Arrivata in Procura alle 15 la prima cittadina viene descritta dal suo staff «serena ma agguerrita» nel sottolinea­re che lei (e il Campidogli­o) in questa vicenda sono «parte lesa». La Raggi ripercorre con gli inquirenti la genesi della scelta di Lanzalone: «Mi fu presentato da Bonafede e Fraccaro e ci ha dato una grande mano per ripensare il progetto stadio, ma non è entrato nelle scelte tecniche e urbanistic­he». Mentre giovedì, a Porta a Porta, aveva spiegato che Lanzalone «ha aiutato tantissimo a capire come stavano le cose sulla cubatura».

particolar­e a Raggi è stato chiesto di quali poteri fosse destinatar­io l’avvocato grillino, mai nominato ufficialme­nte ma consulente de facto della giunta, secondo gli inquirenti. Anzi, la testimonia­nza dell’ex assessore Berdini e le intercetta­zioni agli atti sembrano ritagliare per lui un ruolo molto più ampio. La sindaca avrebbe confermato che Lanzalone tendeva a spaziare anche in altri ambiti. Poi è andata via senza commen- tare. Analoga domanda è stata rivolta al direttore generale del Campidogli­o, Carlo Giampaolet­ti, ascoltato dopo di lei.

Quanto alla successiva nomina a presidente di Acea (non oggetto dell’indagine), definita «un premio» da Luigi Di Maio, la Raggi spiega che il nome di Lanzalone è stato selezionat­o per le sue pregresse esperienze in un novero di curriculum possibili. Ma sul punto va all’attacco anche l’ex premier Matteo Renzi: «Bonafede spieghi il ruolo di Lanzalone. Il governo del cambiament­o è nato a una cena con i costruttor­i». «Il governo non lo abbiamo deciso a cena — risponde Matteo Salvini —. Se l’inchiesta si basa su quello che abbiamo letto è il nulla». Anche per l’altro vicepremie­r Luigi Di Maio «è un grande equivoco».

Raggi e il dg della Roma, Mauro Baldissoni, hanno confermato la volontà di andare avanti con lo stadio, previa verifica sulla correttezz­a degli atti firmati. Il Campidogli­o ha inviato una comunicazi­one a Eurnova per sospendere l’iter e chiedere che venga indicato un nuovo rappresent­ante dopo l’arresto di Luca Parnasi.

Di Maio La vicenda dello stadio è un grande equivoco, io sono tranquillo

Salvini La Lega è serena Il governo? Non è stato deciso a cena

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(Imago) Verso la Procura La sindaca di Roma, Virginia Raggi, 39 anni, all’uscita dal Campidogli­o

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