Pace fiscale, i conti non tornano Lega tentata dal condono tombale
Previsti 60 miliardi di gettito, sono solo 13. Ma il M5S non vuole imitare Berlusconi
Un problema e una tentazione. La pace fiscale, il condono previsto dal contratto fra Movimento 5 Stelle e Lega, doveva essere il primo passo del nuovo governo. Ma l’operazione si sta rivelando più complicata del previsto e, soprattutto, i conti non tornano. Secondo la Lega, che la propone da tempo, la pace fiscale dovrebbe portare nelle casse dello Stato 60 miliardi di euro in due anni, di cui 35 nel 2019. Una dote che dovrebbe abbattere i costi di avvio del taglio delle imposte con la Flat tax a due aliquote. Ma il gettito reale potrebbe essere molto più basso, intorno ai 13 miliardi di euro. Come mai?
I calcoli della Lega partono dal totale dei vecchi crediti dell’agenzia delle Entrate, che superano gli 800 miliardi di euro. Il guaio è che gran parte di quei crediti sono soltanto teorici, non più recuperabili. Perché riguardano persone che nel frattempo sono morte, oppure nullatenenti, o proprietari solo della prima casa che non si può toccare per legge, o ancora imprese che nel frattempo sono fallite. Secondo quanto indicato in passato dalla stessa Agenzia delle Entrate, in un’audizione parlamentare, e poi certificato dalla Corte dei conti, la cifra su cui sarebbe possibile recuperare qualcosa arriva a 51 miliardi di euro. Considerato che il condono previsto dal contratto di governo prevede che nella maggior parte dei casi si paghi il 25% del dovuto per chiudere i conti, ecco che
si arriva a 13 miliardi di euro. Una stima che potrebbe scendere verso il basso, perché nel frattempo dai quei 51 miliardi qualcosa è andato via con le due rottamazioni delle cartelle di Equitalia. Ma anche verso l’alto perché, a condizioni così vantaggiose, il condono del governo gialloverde potrebbe «risuscitare» qualche nullatenente. In ogni caso il gettito resterebbe lontanissimo da quei 60 miliardi di euro in due anni messi nel conto dell’ambizioso programma elettorale.
Ed è proprio qui che arriviamo alla tentazione.
Per moltiplicare il gettito non c’è che una strada: trasformare la pace fiscale in un vero e proprio condono tombale. La differenza non è da poco. Il condono classico cancella solo i debiti che in quel momento sono iscritti a ruolo, cioè già noti al Fisco. Il condono tombale non solo cancella i debiti già noti ma elimina ogni possibilità di accertamento sul passato per chi fa domanda. La Lega è tentata
anche perché il condono tombale lo approvò nel 2002, al governo con Silvio Berlusconi. Allora lo Stato incassò 34 miliardi di euro, spalmati su più anni, record assoluto nel pur ricco ramo delle sanatorie. Ma il Movimento 5 Stelle non ne vuole sentire nemmeno parlare. La sola ipotesi, balenata in un incontro tecnico martedì scorso, ha portato a uno scontro acceso. Per ora sotterraneo.