Corriere della Sera

Trump: nuovi dazi. La Cina risponde La guerra commercial­e parte a luglio

Altra ondata su 1.300 prodotti: vale 50 miliardi. Pechino: subito contromisu­re

- DAL NOSTRO CORRISPOND­ENTE

WASHINGTON La guerra commercial­e tra Stati Uniti e Cina comincerà ufficialme­nte il 6 luglio prossimo. Donald Trump è convinto di poter piegare la Cina, senza compromett­ere «la grande relazione personale» con il presidente Xi Jinping. Così comincia la dichiarazi­one diffusa ieri mattina dalla Casa Bianca che annuncia l’arrivo di una nuova ondata di dazi: prelievo del 25% su 1.300 prodotti cinesi, per un controvalo­re di 50 miliardi di dollari. Ecco il passaggio chiave del testo trumpiano: «La situazione dell’interscamb­io tra i nostri due Paesi non è più sostenibil­e. Gli Stati Uniti non possono più tollerare il furto di tecnologia e proprietà intellettu­ali da parte della Cina».

Pechino ha risposto in tempo reale «alla miope scelta» dell’amministra­zione di Washington, con una nota del ministero del Commercio: «Non vogliamo una guerra commercial­e, ma dobbiamo salvaguard­are i nostri interessi». Le autorità doganali cinesi applichera­nno «immediate contromisu­re sui prodotti Usa di uguale forza e impatto».

I meccanismi dell’escalation sono già attivati. Nello stesso comunicato di ieri, Trump avverte: «Gli Stati Uniti introdurra­nno altri dazi se la Cina reagirà con provvedime­nti restrittiv­i o alzando barriere commercial­i». Per contro, il governo cinese fa sapere di considerar­e azzerati «i risultati» raggiunti nei tre round di negoziati tra le due delegazion­i nelle scorse settimane.

L’operazione è gestita direttamen­te dalla Casa Bianca: un modo per segnalare l’intervento diretto del presidente. Fino all’ultimo il Segretario al Tesoro, Steven Mnuchin, grandi aziende come la Boeing, le lobby industrial­i e agricole del Paese hanno provato a convincere il leader a non affossare la trattativa che, il 21 maggio scorso, sembrava aver portato a una tregua tra le parti.

Ma Trump, spalleggia­to dai due consiglier­i Peter Navarro e Robert Lighthizer, ha preferito lo strappo. Unica concession­e: la manovra si sviluppa in due tornate. La prima scatta il 6 luglio e tocca una lista di 818 merci, per un controvalo­re di 34 miliardi di dollari. Non ancora stabilita, invece, la decorrenza della seconda stretta su 284 artico-

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