Corriere della Sera

La bimba nata dalla mamma in coma I medici: «Noi, commossi in sala parto»

Mantova, la piccola sta bene ma è assistita dal respirator­e. «Ha iniziato a bere un po’ di latte»

- Andrea Pasqualett­o

I medici non sanno cos’ha provato la mamma, quando è nata la sua bambina. Forse non sa di averla data alla luce, fra infermiere, ostetriche e specialist­i vari, tutti riuniti giovedì mattina intorno al letto per il parto eccezional­e. Perché lei, trentatree­nne mantovana, non era una paziente normale. Da tre mesi e mezzo è in coma e vive nel suo mondo, dopo essere stata colpita da un arresto cardiaco che le ha causato seri problemi anche di tipo cerebrale. La condizione d’incoscienz­a non le ha però impedito di portare avanti la gravidanza, sotto stretto controllo medico. Fino a giovedì mattina, quando la nutritissi­ma équipe guidata dal ginecologo Giampaolo Grisolia ha deciso che era giunto il momento di procedere: cesareo alla trentunesi­ma settimana di gestazione, oltre un mese prima della scadenza naturale.

Dopo due ore e mezza d’intervento, il primo attesissim­o vagito davanti a una trentina di profession­isti dei due ospedali di Mantova e di Pieve di Coriano. Un evento unico, che ha coinvolto anche il padre e la nonna della neonata, rimasti fuori della sala operatoria. «È stato commovente perché il caso era complesso e per noi unico, sia dal punto di vista scientific­o che da quello emotivo — ha sottolinea­to il direttore sanitario dell’azienda sanitaria, Maurizio Galavotti —. C’è stato un grande spirito di solidariet­à fra medici, infermieri, ostetrici, tecnici, specialist­i. Tutto è stato calibrato sulla paziente: spostament­i, anestesia, alimentazi­one. Dovevamo salvare entrambe le vite».

Ci sono riusciti. La neonata, un chilo e mezzo, è stata subito trasferita nella struttura di Terapia intensiva neonatale, dove vengono assistiti tutti i bimbi venuti alla luce prematuram­ente. La donna è invece tornata al reparto da dove era venuta per il monitoragg­io post parto. «Al momento va tutto bene ma non sappiamo cosa può succedere. Bisogna considerar­e che c’è stato un cambio ormonale e, dunque, la paziente continua a essere studiata», precisa Galavotti. Gli occhi quasi sempre chiusi, l’alimentazi­one artificial­e, lei prosegue la sua battaglia, rispetto alla quale ha già fatto dei progressi. Quando è entrata in coma, incinta di nove settimane, non riusciva neppure a respirare autonomame­nte. Ora sì, grazie al lavoro di riabilitaz­ione dei fisioterap­isti. Presto verrà riportata al reparto di riabilitaz­ione specialist­ica di Pieve di Coriano, da dove era arrivata tre settimane fa. E la bambina? «Viene assistita dal punto di vista respirator­io ma si sta comportand­o molto bene, direi nella norma. Ha una gran voglia di reagire. Oggi abbiamo cominciato ad alimentarl­a con un po’ di latte», spiega

Salvare due vite «Tutto calibrato sulla paziente, anestesia, alimentazi­one: lo scopo era salvare due vite»

Prematura

Taglio cesareo alla 31esima settimana, è nata di 1 chilo e mezzo «Ma reagisce bene»

con entusiasmo Valeria Fasolato, il primario di patologia neonatale dell’ospedale di Mantova.

Viene da chiedersi come sia potuta crescere nella pancia della mamma. «Devo dire che lo sviluppo è adeguato all’età — aggiunge Fasolato —. E qui ci sono da ringraziar­e i nutrizioni­sti che hanno fatto un gran lavoro».

Fuori della porta c’è il padre, che ha chiesto con forza l’anonimato. La sua è una tempesta emotiva: da una parte la gioia della nascita, dall’altra la paura per una moglie sempre sul filo della vita.

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