L’orgoglio sartoriale come antidoto al «trash di lusso»
Anche per chi è abituato alle ansie di un business basato sull’insicurezza — insicurezza di chi compra e di chi vende, è un meccanismo emotivo molto sofisticato — il Pitti appena concluso ha creato una certa impressione: l’innegabile affermazione dello sportswear e l’imminente debutto di sei nuovi direttori creativi in sei case molto importanti hanno seminato fortissima inquietudine (per non parlare del quadro geopolitico). Proprio per questo è consolante tornare a Milano per le presentazioni e vedere che ci sono marchi sartoriali, di quelli che hanno costruito attraverso i decenni il made in Italy della moda, che non si lasciano prendere dal panico, che non prendono scorciatoie, che non cedono alla tentazione di imitare puntando su tute in nylon (da fotografare su adolescenti russi) o cucendo tigri e/o scritte esoteriche sugli abiti. Come riassume con ammirevole franchezza Elisabetta Canali «è un momento complicato per l’abito? Sì. La giacca, in questo momento, sono relativamente pochi gli uomini che la mettono? Sì. Detto questo, noi il nostro lavoro lo facciamo sempre meglio, perché nella qualità — e nella nostra storia — ci crediamo. Se l’abito è in crisi vuole dire che bisogna fare abiti ancora più belli. Più preziosi. Seguire le istanze dei social media, stravolgere la propria identità, e poi vendere a 1400 euro cose non belle? No, quelli non siamo noi. Al contrario,
bisogna insistere ancora di più sulla qualità. Tutto ha un andamento ciclico, anche la moda. Anche il cosiddetto “trash di lusso”». Ecco così la primavera/estate 2019 che segna il debutto del nuovo stilista sudcoreano Hyun Wook Lee nella quale Canali invece di prendere scorciatoie usa dei mix di lana/cotone/lino di leggerezza eterea ma con una «mano» molto ricca al tatto, le spalle morbide, le camicie dai colletti morbidi di un lino di rara bellezza. E la scritta «Canali» viene scomposta con le lettere che finiscono rimixate in modo un po’ futurista nella maglieria e nelle cravatte e in rilievo sulle suole delle sneaker in pelle molto morbide. La collezione si compone di quattro «stanze» ideali, quattro stati emotivi — Equilibrio, Dinamismo, Costanza, Ispirazione — che riflettono il modo di essere, vivere, vestire degli uomini. Equilibrio fatto di blu e marrone bruciato, tra formale e casual; Costanza con una tavolozza più chiara e luminosa, il canvas alleggerito, le spalle decostruite; Dinamismo dei contrasti, il verde e il terra di Siena; Ispirazione con rosa cipria e grigio polvere, le giacche di jersey con le tasche applicate, le scarpe slip on.