Corriere della Sera

La notte in cui Oriana Fallaci riuscì a regalarci la Luna

Il 20 giugno Edoardo Nesi sarà alla Milanesian­a con Samantha Cristofore­tti. Ecco il testo inedito che leggerà Luglio 1969, io in braccio a mio padre. E l’eco di una grande scrittrice

- di Edoardo Nesi

Io sono nato nel novembre del 1964, e da piccolo — come tanti bambini di quegli anni — volevo fare l’astronauta. L’idea che questo fosse possibile — insieme a tante altre di quelle idee splendenti che circolavan­o liberament­e nelle menti in quegli anni meraviglio­si — riempiva il mondo, e lo rendeva una sorta di lavagna sulla quale tutto era consentito scrivere. E non era un vuoto esercizio intellettu­ale, un languore indefinito da divano, uno spleen da smidollati a fine giornata. No, si viveva davvero in un mondo nel quale ogni aspirazion­e, ogni ambizione, persino ogni sogno rischiava di avverarsi...

La notte tra il 20 e il 21 luglio del 1969 mio padre mi prese in braccio e mi mostrò la Luna che brillava tra i rami della grande magnolia che riempiva il piccolo giardino della casa che avevamo affittato a Vittoria Apuana. Mi disse che c’erano degli uomini, lassù. Ricordo tutto, come se fosse ora. Quella luce fredda, quel pensiero immenso, la sensazione d’essere in qualche modo già in viaggio verso la Luna, perché, in braccio a quel gigante di mio padre, mi ero già staccato di almeno un metro da terra. Sopra tutto, però, galleggiav­a la certezza assoluta che ci sarei andato davvero, sulla Luna.

Il tempo di crescere, andare a scuola, irrobustir­mi un po’, e poi sarei sicurament­e stato uno degli uomini che sarebbero partiti in cima a un razzo, infinitame­nte veloci e impauriti e speranzosi e felici, verso il Mare della Tranquilli­tà...

Il libro migliore sull’impresa dell’apollo 11 l’ha scritto Oriana Fallaci, e si intitola Quel giorno sulla Luna. Da tempo sto scrivendo un romanzo che spero di poter consegnare prima o poi a Elisabetta ed Eugenio, e nel romanzo c’è un personaggi­o, un padre, che racconta questo libro alla sua figliola formidabil­e e lontana, e dice queste parole: «...insomma lo devi leggere subito, lei è così piena di passione ed entusiasmo e competenza, e bravura... Si sente che crede a ogni parola che scrive, e poi sa tutto sulla missione. Non è che arriva lì e fa l’intellettu­ale che ci racconta le cose come le ha viste, e non sa una sega di nulla e finisce per raccontarc­i dei fatti suoi. No, lei ci rac-

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20 luglio 1969, l’astronauta «Buzz» Aldrin sulla Luna (Ap). Sotto: Oriana Fallaci a Cape Canaveral pochi giorni prima
Simboli 20 luglio 1969, l’astronauta «Buzz» Aldrin sulla Luna (Ap). Sotto: Oriana Fallaci a Cape Canaveral pochi giorni prima

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