Corriere della Sera

Rita Ora: il pop è bisex

«Un viaggio personale, mi confesso nel nuovo disco Nessuno deve vergognars­i della propria sessualità»

- Andrea Laffranchi

Il brano «Girls», il femminismo, la musica: parla la star inglese

«Scusa, mi metto gli orecchini. Non si può fare un’intervista senza». Ride Rita Ora: fresca e ironica quanto i pendenti che sberluccic­ano e i capelli che si è tinta di rosso. «Ai fan sono piaciuti. Sui social ha vinto la novità rispetto al ritorno al biondo».

Kosovara trapiantat­a a Londra quando aveva ancora il biberon e la sua famiglia fuggiva dalla disgregazi­one della ex Jugoslavia, la popstar lanciata da Jay-z (si dice che sia lei l’amante rinfacciat­a da Beyoncé al marito in Lemonade) è capace di cambiare registro rapidament­e. Si fa seria quando parla della sua Girls, nuovo singolo in collaboraz­ione con Charlie XCX, Cardi B e Bebe Rexha. «È l’anteprima dell’album che uscirà in autunno e visto che compio gli anni il 26 novembre magari ci sarà una doppia festa… Lo spunto è che volevo essere sincera, raccontare la mia storia, anche se la gente può rimanere scioccata. Mi sono promessa che non avrei nascosto nulla e non l’ho fatto».

Tra le cose che non ha nascosto anche la sua bisessuali­tà. Nel testo di «Girls» si definisce 50 e 50...

«È stato liberatori­o. Anche se qualcuno potrebbe non approvare il modo in cui espongo il mio viaggio personale, il fatto che il tema entri nel dibattito è importante. Ci sono ragazze più giovani di me che sono confuse sulla loro sessualità: non devono avere nulla di cui vergognars­i. Vorrei che pensassero “se ne parla Rita, allora posso parlarne anche io”».

Quando era una teenager non c’erano esempi così.

«Ancora oggi non è facile affrontare questi argomenti. Crescendo ho avuto attorno molti uomini gay e mi reputo fortunata: mi hanno mostrato come si possa essere a proprio agio esprimendo se stes- si. Senza di loro non sarei qui oggi».

Per interpreta­re la canzone ha messo assieme una squadra al femminile. Come ha scelto le compagne?

«Voglio bene a tutte e tre, ognuna di loro con il proprio mondo e la propria personalit­à. Conosco Charlie da tempo, lei sa tutto della mia vita sentimenta­le e amorosa, quindi ha capito subito il tema della canzone. Bebe l’ho conosciuta per l’occasione, ma mi piaceva il fatto che avessimo le stesse origini (Rexha è nata in America da famiglia albanese, ndr), Cardi è quella che fa arrivare il messaggio con il suo rap: esplicita e diretta».

Cosa l’ha spinta a esporsi?

«Negli ultimi anni sono stata molto ispirata da tutte quelle donne che hanno avuto il coraggio di essere se stesse. Questo è un inno per tutte noi che non abbiamo paura di dominare il mondo».

Lei è nata a Pristina, Bebe Rexha e Dua Lipa hanno famiglie di origini balcaniche. C’è una generazion­e di popstar che non ha radici nel mondo anglosasso­ne...

«Al mio debutto ero l’unica. Ero orgogliosa di aver rotto gli schemi. Il merito è di internet: rende tutto più accessibil­e e l’individual­ità delle persone è più accettata».

La musica va in questa direzione, ma la politica costruisce muri...

«È folle. È fondamenta­le che gli artisti combattano: è uno dei pochi posti dove non ci sono muri. Quando ero una ragazzina i miei idoli erano Madonna, Tom Petty e altri che parlavano del loro punto di vista sul mondo nelle loro canzoni. Non è un obbligo, ma la musica è un modo per far conoscere le proprie opinioni».

Nel cinema le donne hanno fatto esplodere lo scandalo delle molestie sessuali. Nella musica non ci sono state denunce a cascata: perché?

«Ad Hollywood nessuno si aspettava una cosa del genere. È stato choccante, ma le attrici sono sempre sotto controllo di un regista nel cinema. Però credo che certe cose, anche se a me non è mai capitato, accadano anche nella musica. Come del resto in ogni ufficio».

La sua paura più grande?

«La salute, forse perché mia mamma è un dottore. Sono ipocondria­ca, penso sempre si essere ammalata. Ieri sentivo qualcosa in gola e ho subito pensato, portatemi in ospedale, ho la tonsillite…».

Ha un solo like a disposizio­ne, a cosa lo mette?

«Alla libertà di parola. Non perché non esista. Ma una delle cose belle dei social è che tengono accesa quella luce».

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Rita Ora e Jay-z in un’immagine di qualche anno fa: il produttore ha lanciato la popstar britannica. Si dice che sia lei l’amante rinfacciat­a da Beyoncé al marito nel disco «Lemonade»
Con Jay-z Rita Ora e Jay-z in un’immagine di qualche anno fa: il produttore ha lanciato la popstar britannica. Si dice che sia lei l’amante rinfacciat­a da Beyoncé al marito nel disco «Lemonade»
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Rita Ora (nome d’arte di Rita Sahatçiu) è nata a Pristina, in Kosovo, il 26 novembre 1990, ma è cresciuta in Gran Bretagna. Cantante, modella e attrice («Fast & Furious 6», «50 sfumature di grigio») si è fatta conoscere con l’album «Ora» (2012)
Voce Rita Ora (nome d’arte di Rita Sahatçiu) è nata a Pristina, in Kosovo, il 26 novembre 1990, ma è cresciuta in Gran Bretagna. Cantante, modella e attrice («Fast & Furious 6», «50 sfumature di grigio») si è fatta conoscere con l’album «Ora» (2012)

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