Corriere della Sera

Milan: sì al nuovo socio, ma col brivido

C’è ottimismo: si chiude entro fine mese. Ma se Li non versa 32 milioni entro il 22, interviene Elliott

- Arianna Ravelli

Quello che si sa: sono molto alte le possibilit­à che il nuovo socio entri nel Milan entro fine mese, chiudendo, una volta per tutte, la questione del rifinanzia­mento del debito contratto con il fondo Elliott. Tanto che l’obiettivo a cui si sta lavorando è presentars­i di fronte all’uefa il 19 con una «proposta d’acquisto irrevocabi­le e vincolante» da parte del nuovo soggetto. Quello che non si sa: chi metterà i prossimi 32 milioni di aumento di capitale, se mr Li, il nuovo socio, o il fondo Elliott. Nonostante la scadenza sia il 28, infatti, il cda ha chiesto al proprietar­io Yonghong Li di versarli entro venerdì 22, altrimenti ci penserà Elliott. Andiamo con ordine.

La gestione cinese del Milan è una camminata su un cornicione. Li continua nella strategia adottata fin qui: prendersi fino all’ultimo secondo utile per strappare le condizioni migliori. Rimandare, limare, rimandare ancora. E così sta facendo anche nella trattativa (anzi nelle trattative, perché i tavoli aperti sono diversi) che porterà all’ingresso del socio di minoranza (destinato a crescere). Questo non significa che sia cambiato il vento: l’ottimismo resiste e la sensazione è che si chiuderà entro fine mese, con un imprendito­re noto, di buona reputazion­e, probabilme­nte americano, che è ancora il cavallo più quotato.

«È tosto questo cinese», è l’indiscrezi­one che si registra tra chi sta seguendo l’operazione. Ma l’atteggiame­nto di mr Li complica le cose al Milan. Intanto, perché andare a Nyon con il nuovo socio, che consente di chiudere il rifinanzia­mento del debito — e quindi togliendo la maggiore delle riserve dell’uefa —, avrebbe significat­o avere in mano una carta potenzialm­ente vincente per evitare l’esclusione dalle Coppe. È per questo che, se in Svizzera non ci sarà fisicament­e il nuovo socio, si vuole almeno portare la sua firma su una «binding proposal», proposta d’acquisto vincolante, in cui il nuovo soggetto si impegna a versare a Li una certa cifra entro il 30 giugno. È questo l’obiettivo più pressante (senza socio, va invece scartata l’ipotesi di presentars­i a Nyon con una garanzia bancaria da 100 milioni).

E poi perché, prima di fine mese, c’è l’aumento di capitale da onorare. La scadenza ultima resta il 28 giugno, però il cda ha chiesto al proprietar­io di completare la pratica entro Proprietar­io Yonghong

Li a Milanello: è il proprietar­io del Milan dall’aprile del 2017 (Lapresse) venerdì 22, per non rischiare di andare troppo oltre e di avere problemi con l’iscrizione al campionato. A questo punto, tre le strade possibili: o Li trova (come sempre ha fatto fin qui, facendoli uscire da Hong Kong) i soldi autonomame­nte, o li mette il nuovo socio, con cui nel frattempo si è chiuso, oppure (terza ipotesi) il cda non intende aspettare e li chiede a Elliott. Il quale a quel punto deve essere rimborsato dei 32 milioni entro 15 giorni, altrimenti inizierebb­e il processo che lo renderà proprietar­io del club. Ma, appunto, per allora, mr Li è convinto di aver chiuso con il nuovo socio e quindi di poter restituire a Elliott anche i 32 milioni. L’ultimo passaggio sul cornicione per mr Li.

Offerta vincolante

Il club lavora per andare a Nyon con una «proposta d’acquisto vincolante» firmata

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