Morte in motorino per la promessa del nuoto
Vent’anni, era stata nazionale di nuoto sincronizzato. Raggi: Roma ti ricorderà
Avrebbe compiuto 21 anni a settembre. Noemi Carrozza, talento del nuoto sincronizzato, è morta in un incidente con il motorino a Ostia. Per cause ancora da accertare, ha perso il controllo ed è stata sbalzata dalla sella. Noemi aveva rappresentato l’italia in molteplici manifestazioni giovanili, anche ai mondiali juniores.
«Venerdì l’abbiamo vista salire sullo scooter e uscire dal parcheggio per tornare a casa. Non potevamo immaginare che sarebbe stata l’ultima volta. Aveva appena finito di allenare le sue bambine in piscina. Era quello che amava fare da un paio d’anni: insegnare sincro alle più piccole, proprio come aveva cominciato lei». È profondo il vuoto che Noemi Carrozza lascia anche nelle amiche e nelle colleghe del circolo sportivo All Round di Mostacciano, dove era tesserata da quando aveva dieci anni. «L’acqua era la sua vita», raccontano in lacrime.
Per il nuoto italiano la scomparsa di Noemi in un incidente stradale vicino Ostia è uno choc: Carrozza, 20 anni, era una delle più apprezzate sincronette azzurre. Ai Giochi Europei di Baku nel 2015 aveva sfiorato il podio nel Solo. Prima ancora aveva impressionato ai Campionati del mondo Juniores a Helsinki e nel 2012 aveva vinto la Coppa COMEN. All’inizio di giugno aveva preso parte agli Assoluti nella piscina del Foro Italico: sul web c’è il video di quell’esibizione. Un’ultima danza nell’acqua, perfetta, come sempre.
Sperava di essere convocata per Rio 2016, ora il suo sogno era Tokyo 2020. A quest’appuntamento si stava preparando con allenamenti e rinunce tutti i giorni, ma anche con un sorriso contagioso. Intanto si era qualificata per tutte le competizioni estive. «Non era superba, si chiedeva sempre se avrebbe potuto fare di più», raccontano all’all Round. «Frizzante, divertente. Una forza della natura». Ormai da tempo era entrata nel giro della Nazionale, si vedeva sempre più spesso nel Centro federale a Pietralata. Un talento che si era fatto apprezzare anche un anno fa in un campus a Ladispoli con atleti di altre nazionalità. Rivali, ma anche compagne di squadra, che adesso si disperano.
Come Laila Huric, sincronetta con ambizioni azzurre, che su Facebook scrive: «Sei stata la mia rivale più grande e cavolo atlete come te al giorno d’oggi non ci sono più. Siamo cresciute insieme e poi le nostre strade si sono divise, ma alla fine il tifo l’ho sempre fatto per te. Ricorderò i pianti e le risate che ci siamo fatte in collegiale e ricorderò per sempre gli abbracci prima del nostro show. Sarai sempre nel mio cuore Memi». La «casa» di Noemi era rimasto l’all Round. «Qui la mamma l’accompagnava quando era piccola, assisteva agli allenamenti, era sostenuta da tutta la fanoemi miglia». E dal suo tecnico, Silvia Gianandrea, che ieri, sconvolta, ha postato su Facebook: «Tu con i tuoi “non ce la faccio”, tu con la tua testardaggine, tu con il tuo straordinario talento, tu con il tuo immenso sorriso, tu per sempre tu!».
abitava con la famiglia a Ostia Ponente e lì stava tornando alle due del pomeriggio, quando sulla corsia centrale della Cristoforo Colombo, all’altezza della pineta di Castel Fusano, ha perso il controllo del suo Derbi cadendo sull’asfalto. Chi ha assistito alla scena ha riferito di un incidente autonomo, ma ieri i vigili urbani hanno svolto un sopralluogo per verificare con attenzione le condizioni della strada: poco più di un mese fa un’altra ragazza, Elena Aubry, è morta in moto su via Ostiense e c’è stato il sospetto che a provocare la caduta siano state le radici degli alberi. Nel caso di Noemi i vigili non escludono un malore, ma saranno gli esami autoptici ad accertare cosa sia davvero accaduto. Per ora è solo lutto e dolore. Della Federnuoto, del governatore del Lazio Nicola Zingaretti e della sindaca Virginia Raggi. «Roma ti ricorderà», ha twittato.