Il metodo Gaetti, così M5S dribbla il vincolo dei due mandati
La sua nomina tra i sottosegretari del governo è passata un po’ sottotraccia. Eppure rischia di aprire la strada a quello che maliziosamente qualcuno nel Movimento ha già definito il «metodo»: aggirare la ghigliottina del doppio mandato con una carica non elettiva. Lui, Luigi Gaetti, 58 anni, medico anatomopatologo, sottosegretario al Viminale guidato da Matteo Salvini, è un ex senatore Cinque Stelle, vicepresidente nella scorsa legislatura della Commissione antimafia. Con un dettaglio non indifferente nel curriculum in chiave Movimento: è uno dei primissimi esponenti ad aver concluso i due mandati. Il sottosegretario era stato consigliere comunale — eletto proprio con la Lega — a Curtatone nel mantovano, nei primi anni 2000. Ora Gaetti, che non si è presentato alle elezioni di marzo («Ho rispettato la regola dei due mandati e sono tornato a svolgere il mio lavoro da medico»), si trova di nuovo catapultato in politica, con una carica non elettiva. Così doveva essere anche per Ivan Della Valle, altro ex M5S con due legislature alle spalle prima della vicendarestituzioni: Roberta Lombardi aveva in mente per lui un assessorato in caso di vittoria alle Regionali. Due indizi, però non fanno una prova, stando a sentire Gaetti:«la regola dei due mandati resterà, ma è giusto premiare le competenze». «Io sono stato scelto per continuare il lavoro svolto in Antimafia», spiega il sottosegretario. E conclude: «È un modo per recuperare competenze che andrebbero perse».