Corriere della Sera

I cimeli che fecero l’impresa Il Moro di Venezia all’asta

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deviò la rotta. «Ero primo ufficiale su Extra Beat, lo sloop in alluminio dell’avvocato Agnelli. Un giorno ci ormeggia accanto il Moro maxi di Gardini, che sta facendo le selezioni per l’equipaggio di Coppa America. Sono sceso da una barca e salito sull’altra». L’avventura comincia lì e cambierà la vita di un manipolo di marinai ormai leggendari, che apriranno alla vela italiana nuovi orizzonti agli ordini di Paul Cayard («Skipper carismatic­o e ambizioso — ricorda Bassetti —, raro esemplare di velista che, arrivando dalle classi olimpiche, ha saputo evolversi. Per due anni ci siamo allenati, tra palestra e mare, tre volte al giorno: Paul, che era anche nel board del consorzio, non ha saltato una sessione»).

«Moro4ever» è la chat su Whatsapp che tiene legata la ciurma che fece l’impresa, l’ha creata Max Procopio che nel ‘92 era grinder e oggi è mago della comunicazi­one nel mondo della vela. Lui, Gabriele e gli altri hanno appena organizzat­o una rimpatriat­a a Santa Margherita con mogli e figli, sono trascorsi quasi trent’anni eppure, ogni volta, sembra ieri. «Abbiamo condiviso qualcosa di importante: sono nate amicizie che durano» conferma Bassetti. Tommaso (che sul Moro fu stratega) e Enrico Chieffi (tattico) oggi sono velista di classe e vicepresid­ente del cantiere Nautor’s Swan; Marco Cornacchia (prodiere) dirige il

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