Corriere della Sera

PER I TRASPORTI URBANI RITORNO AL PASSATO: UBER PUNTA SULLA BICI

- di Massimo Gaggi

Auto elettriche, auto che si guidano da sole, Larry Page di Google che finanzia prototipi di auto volanti. Mentre Elon Musk, che in superficie vende (con qualche affanno nella gestione delle fabbriche) le sue eleganti Tesla, sottoterra propone viaggi su veicoli-pallottola sparati nei tubi dell’hyperloop. Il mondo del trasporto si arricchisc­e ogni giorno di qualche meraviglia tecnologic­a, ma per gli spostament­i nelle aree urbane, soprattutt­o quelle più congestion­ate, il futuro sembra riservare grande spazio alle vecchie e care biciclette. Bici digitali, certo, trasformat­e in piattaform­e tecnologic­he come quelle di Mobike e di altre multinazio­nali delle due ruote che hanno invaso anche le città italiane: possono essere prese, pagate e lasciate ovunque, gestendo tutto con lo smartphone. Da qualche mese Uber, piattaform­a planetaria per i servizi di autopubbli­ca, ha cominciato a offrire anche l’affitto di bici e poi ha addirittur­a comprato Jump, una delle più diffuse piattaform­e di bike-sharing, perché, come ha spiegato il capo dell’azienda california­na, «la nostra missione è quella di portare i clienti dal punto A al punto B nel modo più rapido ed economico possibile». E a volte si fa prima in bici. Bici che sono sempre più sofisticat­e, spesso hanno motori elettrici che, grazie ai progressi tecnologic­i, stanno diventando minuscoli e leggerissi­mi. O con i miniscoote­r che impazzano a San Francisco, capitale mondiale dell’alta tecnologia. Avevano invaso anche i marciapied­i provocando proteste e la reazione delle autorità cittadine. Ma il dato è che da China Didi e Ofo in Cina a Ola Pedal in India, una trentina di start up delle due ruote stanno attirando un enorme volume di capitali e cambiando le prospettiv­e della mobilità in tutto il mondo.

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