«La e-fattura non può partire» Gestori di carburanti in sciopero
La riforma anti evasione al via dal 1° luglio, ma mancano app e software
Per ora è una riforma a metà. Delineata in una circolare dell’agenzia delle Entrate. Sbandierata come operazione di lotta all’evasione fiscale. Si chiama fatturazione elettronica e interessa ora anche i distributori di carburante. Sarà obbligatorio usarla dal primo luglio, peccato manchino ancora gli strumenti tecnologici: applicazioni e programmi. In modo tale da eliminare le schede-carburante: documenti che disciplinano le forniture di benzina e diesel delle compagnie petrolifere ai gestori della rete composta da 21mila stazioni in tutta Italia. In quelle bolle spesso si annida l’evasione. Testimoniata dalle indagini effettuate in tutta Italia dalla Guardia di Finanza che ogni anno scopre frodi carosello per evadere l’iva.
La fatturazione cartacea è anche foriera di errori e imprecisioni e per questo lo Stato vuole vederci chiaro, visto l’importante gettito erariale. Ecco perché l’ultimo viceministro al Tesoro (con delega al Fisco), Luigi Casero, aveva seguito il dossier prevedendo l’introduzione dell’e-fattura con un percorso a tappe che avrebbe dovuto dare il tempo a tutti gli attori della filiera di studiare gli applicativi.
In questi mesi l’offerta di questi strumenti non è decollata come ci si attendeva. Almeno questa è la tesi dei sindacati dei benzinai, che denunciano tempi stretti per l’avvio della fatturazione elettronica e per questo hanno proclamato uno sciopero per il 26 giugno con il rischio di mettere in ginocchio il traffico su strade e autostrade.
L’impostazione è condivisa da Assopetroli, l’associazione dei produttori, che ha fatto appello al governo per approvare un provvedimento urgente di rinvio a fine anno. Un tentativo già fatto più volte, sotto forma di emendamenti in un paio di decreti bloccati per incongruenza con le materie in esame. Due giorni fa anche il neoministro dello Sviluppo economico, Luigi Di Maio, ha ventilato l’ipotesi di un rinvio, ma il dicastero competente non è il suo, ma quello di Giovanni Tria alle Finanze.
L’agenzia delle Entrate però non ci sta a passare per inadempiente. Ha stilato un fitto calendario di appuntamenti per far «digerire» la novità. I tecnici incontreranno in questi giorni anche Figisc-confcommercio, Fegica-cisl, Faibconfesercenti per illustrare il funzionamento delle app da smartphone e i software da computer. Dovrebbero essere installati senza alcun costo, ma parecchie aziende hanno cominciato a venderli ai benzinai agitando l’imminente avvio e intascando buoni guadagni.
La lotta all’evasione si fa anche favorendo le transazioni elettroniche. Da segnalare la campagna congiunta di Abi e Unione Petrolifera. I dispositivi Pos, però, sono osteggiati dai sindacati dei benzinai, che denunciano commissioni troppe alte da parte di banche ed emittenti, tra lo 0,8% e l’1,2% del transato, in un settore in cui i margini sono solo del 2% del prezzo alla pompa.