Brasile, via i santoni e i motivatori si va sul pratico con Neymar e lavoro
Un attacco che promette scintille con Willian, Coutinho e O Ney dietro Gabriel Jesus
ROSTOV SUL DON Non è chiaro se sia accaduto durante il debutto di Ronaldo, quello di Messi o di Pogba. Ma il Brasile ha chiaramente fatto scuocere gli spaghetti e Neymar Junior se li è scodellati sulla testa. Con una nuova capigliatura biondastra, il numero 10 della Seleçao è pronto ad andare in scena stasera contro la Svizzera e ad attirare l’attenzione su di sé («Sono il migliore del mondo... Messi e CR7 sono di un altro pianeta» dice). Anche per allentare la pressione su una squadra giovane, bella e molto brasiliana, nello stile di gioco e nell’approccio, ma solida anche nella fase difensiva. Così l’ha plasmata il c.t. della rinascita Tite, che prima di debuttare parla con serenità quasi ostentata di equilibrio, spiritualità, religiosità. Tutto il contrario dell’isteria teatrale di quattro anni fa, quando Felipao Scolari chiamava in causa in continuazione la sua psicologa di riferimento, Regina Brandao, per non perdere il filo nel Mondiale giocato in casa. Come è finita, si sa.
Tite ha lasciato a casa specialisti della mente, santoni e motivatori («E non prendo nemmeno pastiglie per dormire...») ma si è messo al lavoro con il suo staff anche sotto questo punto di vista. La Seleçao è in ritiro a Sochi, sul Mar Nero, con le famiglie che risiedono in un hotel vicino: «Staccare ci serve tantissimo, per essere poi ancora più concentrati sul nostro obiettivo. Il Professore ha completamente cambiato faccia alla squadra — rilancia capitan Marcelo — con lui è tutto più facile». E il Brasile è pronto a fare il Brasile, senza perdere l’equilibrio, ma con un attacco che promette scintille. Willian, Coutinho e Neymar Junior dietro alla punta Gabriel Jesus: O Ney si scambia sempre di posizione con Cou a sinistra e, sfruttando le discese di Marcelo, è pronto a scardinare il forziere svizzero: «Neymar non è al 100% — avverte il c.t. — ma è in forma a sufficienza per fare una grande partita. La sua velocità di punta nello sprint è già impressionante».
La calma dei forti e il killer instinct dei vincenti. Con un grande modello di riferimento, che Tite userà nel suo discorso motivazionale: quello dei mitici All Blacks neozelandesi del rugby, che, come il Brasile, devono ogni volta dimostrare di sopportare il peso del proprio nome e il fatto di partire sempre come i grandi favoriti. Non solo: tra il primo e il secondo titolo mondiale della Nuova Zelanda sono passati 24 anni, stesso intervallo che separa l’ultimo successo
L’elogio
Capitan Marcelo elogia il c.t. Tite: «Ha cambiato faccia alla squadra, con lui è tutto più facile»
dei padri della patria brasiliana (Messico 70) dalla vittoria del 1994 contro l’italia ai rigori. E, nella visione della commissione tecnica della Seleçao, anche gli All Blacks prima di tornare a vincere hanno dovuto passare per una umiliazione simile al 7-1 di Germania-brasile di quattro anni fa: l’eliminazione nel 2007 ai quarti di finale contro la Francia resta il peggior risultato a un Mondiale per la mitica squadra tutta nera. La celeberrima Haka non è prevista nel prepartita, ma in Russia stanno arrivando gli All Yellows: i tutti gialli. Come la maglietta brasiliana. E come i capelli scotti del campione più atteso.