Tensione e baruffe Il Frosinone batte il Palermo e torna in serie A
La maledizione è finita, il Frosinone torna in serie A due anni dopo, cancellando con i gol di Maiello e Ciano la sconfitta di Palermo e — soprattutto — dimenticando in un colpo solo due anni di beffe sanguinose. Nello scorso campionato ne hanno beneficiato Verona e Carpi, quest’anno il Parma. Ma quando, a partita non ancora ufficialmente conclusa, è arrivata la rete del raddoppio e la gente si è catapultata sul prato dello stadio intitolato a Benito Stirpe, il messaggio è stato chiaro: è una liberazione, un trionfo inseguito da un presidente, Maurizio Stirpe, che ha investito nell’impianto inaugurato solo a settembre, un risultato voluto da una città piccola però caldissima. A Stellone, che qui da allenatore ha vinto un campionato di C e uno di B, e al suo Palermo, rimane l’amarezza di un traguardo che a fine primo tempo sembrava a portata di mano. Il Frosinone non ha vinto una partita ma qualcosa di molto simile a una battaglia, combattuta in ogni angolo del campo senza esclusione di colpi, anche proibiti. Raramente si assiste a partite di simile rudezza; ha colpito il fatto che gli scontri siano cominciati pochi istanti dopo l’avvio, come se i giocatori se le fossero promesse. Tra un fallo e l’altro, a regalare la promozione in A al Frosinone è stato Raffaele Maiello, che al 7’ della ripresa s’è inventato un piattone destro da fuori area infilato giusto all’incrocio. È stato forse l’unico, il giovane centrocampista, a trovare un momento di lucida serenità, e l’ha sfruttato per decidere la contesa. Ma l’episodio più difficile da interpretare è capitato nove minuti più tardi quando Coronado è penetrato in area laziale ed è stato steso da Brighenti. Dentro o fuori area? È il classico caso in cui nemmeno il Var può aiutare, perché il contatto tra i piedi è davvero in prossimità della linea, chissà se un centimetro più avanti o uno più indietro. È stato però strano il comportamento dell’arbitro romano La Penna, che prima ha fischiato la punizione dal limite, quindi ha indicato il dischetto come se un guardalinee l’avesse consigliato, infine ha riportato la palla fuori dall’area (ma chi gli ha suggerito di tornare sui suoi passi?). Fatto sta che il Frosinone ha resistito, e mentre in panchina sgorgavano lacrime di tensione e gioia, in campo piovevano palloni: a un certo punto ce n’erano addirittura quattro. E al 96’ Ciano in contropiede ha chiuso la partita: i tifosi si sono catapultati in campo, la fine l’hanno fischiata loro.