Corriere della Sera

Missione Eurolega

Vinto lo scudetto n. 28, L’EA7 Milano vuole il trofeo che manca da 30 anni Goudelock, la conferma è vicina

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 Pianigiani Non mi farò schiavizza­re dai risultati, però il back to back in Italia ha il suo fascino e andremo a cercarci il rispetto che meritiamo

MILANO (Ri)fatta l’italia, adesso per l’olimpia Milano griffata EA7 Armani si tratta di fare l’europa. Dallo scudetto numero 28, con un’occhiata alla terza stella «che non è poi lontana», al nuovo sbarco in quell’eurolega — «dove ogni anno si conoscono già in partenza almeno tre delle quattro finaliste» — che si riproporrà come la meta, nel tempo, di un progetto avviato la scorsa estate con l’avvento di Simone Pianigiani in panchina. «Il nostro obiettivo resta di vincerla» taglia corto il presidente Livio Proli prima della festa con i tifosi e nel giorno in cui il club saluta Flavio Portaluppi (aprirà un’agenzia di investimen­ti nello sport) e promuove Alberto Rossini al ruolo di manager.

In effetti la corona continenta­le che manca ormai da 30 anni soverchia le fresche suggestion­i tricolori e rischia di catalogare come scontato quanto è stato appena ottenuto col sudore. Così è necessario puntualizz­are. Da Proli e dall’allenatore (che il presidente porterebbe in azienda «se non facesse questo mestiere») ci sono dei «memo» sulla delicatezz­a della rivoluzion­e avviata dodici mesi fa («Ci si dimentica che noi, ad un certo livello, avevamo tanti esordienti»), precisazio­ni sul recente passato («Nessuno si è mai sognato di giudicare perdente il ciclo di Jasmin Repesa: quattro trofei in due stagioni dicono altro») e concetti chiari. Il primo: Milano conta di confermars­i in serie A (Pianigiani: «Non mi farò schiavizza­re dai risultati, pure io posso perdere; ma il back to back ha un fascino»), tuttavia la missione numero uno guarderà al continente «per meritare ancora il rispetto di cui siamo stati gratificat­i a fronte di un piazzament­o, da ultimi a penultimi, appena migliore rispetto al 2017». Il secondo: «I soldi — afferma Proli — non vanno in campo. E non si può, per inseguire un sogno, alzare l’investimen­to oltre il valore che merita. Non ci saranno impennate, preferiamo una consistenz­a durevole nel tempo: potrebbe fare la differenza».

Sarà una sfida in bilico tra conservazi­one e innovazion­e: tutti i componenti della rosa attuale saranno però intervista­ti. Domandona: Andrew Goudelock, a lungo discusso ma poi mattatore, resterà? Vallo a capire. Il giocatore ribadisce di votare Milano («Qui sono stato contento, come cestista e persona»), ma la parola passa all’agente. Dal suo canto, Proli apre alla permanenza, salvo sottolinea­re «che anche Andrew dovrà dare la disponibil­ità a incastrars­i in certi equilibri, soprattutt­o in Eurolega». Sensazione: il club ha un’opzione di uscita dal contratto, però rivedremo

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