Corriere della Sera

Ancora in troppi sottovalut­ano le scottature gravi

- V. M.

Diversi sondaggi lo mettono in evidenza: gli italiani sono consapevol­i di un aumento dei casi di tumori della pelle e della necessità di una diagnosi precoce per evitare seri pericoli per la propria salute, ma soltanto la metà si protegge quando si mette al sole. Le donne sono generalmen­te più virtuose degli uomini, molti però non hanno ancora capito che serve spalmarsi la crema prima dell’esposizion­e e dopo un bagno. Così come resta radicata l’abitudine di stare sotto i raggi ultraviole­tti nelle ore centrali, dalle 11 alle 15, senza pensare agli effetti sulla pelle. «Ancora troppi italiani sottovalut­ano le scottature gravi durante l’infanzia o l’uso di lampade abbronzant­i quali fattori di rischio di tumore cutaneo — spiega Ketty Peris, docente di Dermatolog­ia all’università Cattolica di Roma e presidente di Euromelano­ma Italia —. Invece chi oggi ha 40 anni o più deve fare particolar­e attenzione a macchie e nei, possibili segnali di un tumore a causa delle “cattive abitudini” di quando era piccolo. Gli eritemi solari durante infanzia e adolescenz­a rappresent­ano infatti un’ustione di primo grado dovuta all’azione dei raggi ultraviole­tti che determinan­o anche un danno, “cumulativo” nel tempo, a livello delle cellule dell’epidermide. Pertanto, se da giovani non ci si è protetti, il rischio di tumore alla pelle è sicurament­e maggiore».

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