Ma non scordiamo il bene che ci fa il sole
Tutto dipende, come sempre, dal buon senso. Evitando i comportamenti scorretti ed eccessivi, che favoriscono invecchiamento precoce della pelle e tumori, i raggi solari possono essere preziosi alleati della nostra salute. Gli studi scientifici hanno dimostrato che le radiazioni stimolano la produzione di vitamina D, fondamentale nel mantenere salde e resistenti le nostre ossa e nel proteggere da alcune malattie infettive e cardiovascolari che hanno maggiori probabilità di svilupparsi e proliferare in chi ne è carente. Inoltre svariate ricerche hanno provato l’effetto positivo dell’esposizione al sole sull’umore, anche in pazienti che soffrono di depressione.
«Per quanto riguarda la pelle i vantaggi terapeutici della luce solare sono principalmente legati alla sua componente ultravioletta — spiega Maria Concetta Fargnoli, direttrice della Clinica Dermatologica dell’università degli Studi dell’aquila —. In pratica, le radiazioni riescono a spegnere o a diminuire l’intensità di quei meccanismi infiammatori o di quell’iperattività del nostro sistema immunitario che sono alla base di alcune malattie della pelle. È il caso, ad esempio, di psoriasi, eczemi, vitiligine e acne. I pazienti che ne soffrono conoscono bene l’effetto positivo, con due regole fondamentali: niente eccessi e scottature che portano invece un peggioramento».
Il binomio sole e mare è spesso una combinazione vincente per i malati di psoriasi perché contribuisce a far regredire le «chiazze» sulla pelle: l’azione dell’acqua marina, infatti, livella lesioni e abbinata ai raggi solari agisce meglio come antinfiammatorio. «Calma il prurito, elimina le cellule morte e favorisce la rigenerazione della pelle — continua Fargnoli, che è anche segretario della Società italiana di Dermatologia e Venereologia (SIDEMAST) —. Come avviene nei pazienti affetti da eczema, il sole “spegne” l’eccessiva reazione cutanea portando un miglioramento».
«La vitiligine è, invece, caratterizzata dalla presenza di aree di cute bianche dovute alla scomparsa delle cellule che sintetizzano la melanina, responsabile del colore della pelle — aggiunge Ketty Peris, docente di Dermatologia all’università Cattolica di Roma —: chi ne soffre può quindi trarre giovamento grazie alla capacità degli ultravioletti di stimolare la produzione di melanina».
L’abbronzatura dona un colorito più uniforme e sano, rendendo meno evidenti imperfezioni e cicatrici lasciate dall’acne e alleviando anche l’impatto estetico-psicologico. L’acqua di mare può avere azione detergente e antibatterica. «D’altro canto, il sole aumenta lo spessore della cute — prosegue Peris —, accrescendo la possibilità di ostruzione C’è chi non dovrebbe proprio prendere il sole, limitando le passeggiate estive solo al primo mattino o al tramonto, indossando sempre indumenti protettivi oltre alle creme. Si tratta dei pazienti affetti da malattie autoimmuni caratterizzate anche da fotosensibilità, quali il lupus eritematoso sistemico, e di chi assume farmaci fotosensibilizzanti o foto-allergici che potrebbero «macchiare» la pelle quando si sta al sole follicolare e le scottature possono rendere più attivi i meccanismi alla base della comparsa di brufoli e punti neri».
C’è poi chi non dovrebbe proprio prendere sole, limitando le passeggiate estive solo al primo mattino o al tramonto, indossando sempre indumenti protettivi oltre alle creme. «È il caso dei pazienti affetti da malattie autoimmuni caratterizzate da fotosensibilità (ovvero una potenziata sensibilità alla luce solare) quali il lupus eritematoso sistemico e dei malati che assumono farmaci foto-sensibilizzanti o foto-allergici che potrebbero «macchiare» la pelle quando si sta al sole (alcuni antibiotici, diuretici, FANS, contraccettivi orali e retinoidi sistemici) — conclude Fargnoli —. Infine, il sole può indurre il peggioramento di rosacea e couperose, per l’effetto vasodilatatore del calore, che è provocato dai raggi infrarossi». https://www. corriere.it/ salute/ dermatologia