I segnali principali sono sete continua, tanta pipì, stanchezza e perdita di peso
alle domande dei lettori sul diabete all’indirizzo
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Il diabete è una delle malattie croniche più diffuse fra gli 0 e i 18 anni ed è in continua crescita. Nel nostro Paese sono circa 18 mila i giovanissimi che ne sono affetti e oltre 1.200 i nuovi casi ogni anno, ma almeno riescono ad avere un compenso metabolico migliore. Grazie a una legge nazionale, a tutele in ambito scolastico e a reti regionali di assistenza.
Quali sono le cause ?
«Oltre il 92-95 per cento dei bambini diabetici soffre di diabete di tipo 1. Le cause di questa malattia autoimmune, che insorge soprattutto durante l’infanzia e l’adolescenza, non sono chiare. Si pensa che fattori ambientali (infezioni virali, inquinamento, ecc.), in soggetti geneticamente predisposti, possano indurre il sistema immunitario a reagire in modo eccessivo, portandolo a distruggere le cellule beta del pancreas che producono l’insulina, l’ormone che regola l’uso del glucosio da parte delle cellule come fonte di energia. La progressiva distruzione delle cellule beta comporta una lenta ma inesorabile riduzione della produzione di insulina e, di conseguenza, un eccesso di glucosio nel sangue (iperglicemia) che viene eliminato attraverso l’urina — spiega Franco Cerutti, past president della Società italiana di endocrinologia e diabetologia pediatrica (Siedp) —. Sebbene sia tipico dell’adulto, anche il diabete di tipo 2 può tuttavia comparire anche in età pediatrica. Si manifesta in prevalenza nell’adolescenza, soprattutto nelle ragazze, ed è legato a obesità o sovrappeso importante. Infine, si sono identificate forme rare di diabete, come il cosiddetto Mody (Maturity Onset Diabetes of the Young ), di origine genetica»
Quali sono i segnali spia?
«Uno dei primi segni che può indurre a sospettare il diabete di tipo 1 in un bambino è la pipì a letto, dopo che da tempo il piccolo aveva perso questa abitudine. Altri sintomi da guardare con attenzione sono l’aumento considerevole della produzione di urina, la sete continua, la perdita di peso e la stanchezza. L’esordio della malattia è meno improvviso di quanto si sia creduto finora: in realtà la produzione di insulina inizia a diminuire mesi o addirittura anni prima che si manifestino disturbi. Purtroppo, in alcuni casi, l’esordio coincide con la chetoacidosi diabetica, condizione nella quale, per far fronte alla impossibilità di utilizzare il glucosio, l’organismo comincia a demolire i grassi per ottenere energia, causando un accumulo di prodotti di scarto (i corpi chetonici o acetone). Questa complicanza, più diffusa nei bambini sotto i sei anni, può essere causa di edema cerebrale con conseguenze importanti, potenzialmente letali».
Come va gestita la malattia?
«Un bambino con diabete di tipo 1 dovrà seguire una terapia sostitutiva con insulina per il resto della vita. Questo ormone può essere somministrato con iniezioni sottocute più volte al giorno o tramite particolari strumenti, i microinfusori. Per calibrarne la giusta dose è fondamentale misurare più volte al giorno la glicemia con dispositivi, chiamati glucometri, cosa non sempre facile in bambini e adolescenti. Ma la recente disponibilità di sensori glicemici, che vengono impianti sulla superficie della cute e misurano il glucosio nel sangue in continuo, ha reso la vita più facile a bambini e ai loro genitori. Un buon controllo del diabete è fondamentale per prevenirne le complicanze dell’iperglicemia che, a lungo andare, può danneggiare i piccoli vasi sanguigni, con possibili danni importanti soprattutto a occhi, reni e sistema nervoso»
La terapia del diabete di tipo 1 si basa sulla somministrazione di insulina (l’ormone mancante), in modo da mantenere la glicemia il più possibile vicina ai valori normali L’insulina può essere somministrata con iniezioni sottocute oppure tramite particolari microinfusori, dispositivi portatili che rilasciano l’ormone attraverso un tubo sottile e un’agocannula inserita sottocute
In presenza di sintomi sospetti, la diagnosi di diabete di tipo 1 può essere confermata da semplici esami del sangue, a partire dalla glicemia a digiuno
Per una diagnosi più circostanziata e per distinguere tra diabete di tipo 1 e altre forme di diabete, possono essere utili altri test, come la misurazione degli autoanticorpi, del peptide C, l’emoglobina glicata (un indicatore della glicemia media
e il carico di glucosio
Un cattivo controllo del diabete può causare danni
distretti dell'organismo
Per evitare che ciò accada è necessario un buon controllo delle glicemie, aiutando i piccoli pazienti e le loro famiglie a gestire anche in modo autonomo la malattia
Per mantenere la glicemia il più possibile all’interno dell’intervallo di normalità (glicemia a digiuno 70-100 mg/dl) è necessario eseguire controlli domiciliari della glicemia, con l’aiuto di piccoli apparecchi elettronici portatili, i glucometri, o dei più recenti sensori glicemici