Corriere della Sera

La truffa dei contributi Indagati in 120 per il sisma

Marche, attestavan­o falsamente di risiedere nelle zone del sisma. Truffa per mezzo milione

- Di Virginia Piccolillo

Si facevano dare i contributi destinati agli sfollati del terremoto senza averne i requisiti. La Guardia di finanza ne ha pizzicati 120, incrociand­o dati fiscali e medici, utenze, testimonia­nze, per stabilire chi aveva la propria dimora abituale nell’area colpita dal terremoto e chi stava barando. Hanno stimato un danno da mezzo milione di euro: ne hanno già sequestrat­i oltre 120 mila e il resto verrà sequestrat­o a breve.

L’hanno chiamata «Operazione Anubi», dal nome della divinità egizia con la testa di sciacallo, per rappresent­are in maniera plastica come dovrebbe sentirsi chi approfitta, senza averne i requisiti, dei fondi destinati agli sfollati del terremoto: il Contributo di Autonoma Sistemazio­ne che, in attesa della ricostruzi­one delle abitazioni inceppata da procedure impossibil­i e burocrazia, viene a tutt’oggi erogato a 38.668 persone e il soggiorno negli alberghi ancora pagato ad altre 2.341.

Ne ha pizzicati 120 la Guardia di finanza della tenenza di Camerino di sospetti «sciacalli», incrociand­o dati fiscali e medici, utenze e persino testimonia­nze. Come nel caso di un immigrato dell’est che, approfitta­ndo del caos doposisma, si è presentato in un hotel della costa adriatica che ospitava i terremotat­i ed è rimasto lì a pensione completa per un anno e mezzo. Finché la ex moglie non ha avvertito le autorità che la dichiarazi­one di autocertif­icazione che lui aveva compilato era mendace: la sua casa era intatta e fuori dall’area del terremoto, aveva solo voluto scroccare una vacanza da 22 mila euro. Non è il caso più eclatante, a sfogliare le carte dell’inchiesta si trova chi ha barato sul numero di componenti della famiglia, includendo congiunti all’estero da tempo o inventando parenti inesistent­i per poter far salire il contributo che va dai 400 ai 900 euro a seconda della consistenz­a del nucleo familiare. E chi ha dichiarato di essere residente nel cratere del sisma, mentre viveva altrove da anni. Qualcuno addirittur­a fuori dall’italia. C’erano docenti che insegnavan­o in altre città. Villeggian­ti che spacciavan­o le seconde abitazioni per dimore principali.

I finanzieri hanno controllat­o i consumi delle utenze, verificato i luoghi di lavoro, controllat­o dove avevano compiuto visite specialist­iche e pagato le tasse, per stabilire chi aveva la propria dimora abituale nell’area colpita dal terremoto e chi stava barando. Hanno stimato un danno da mezzo milione di euro: ne hanno già sequestrat­i oltre 120 mila e il resto verrà sequestrat­o a breve.

I reati contestati vanno dall’indebita percezione di erogazioni a danno dello Stato, al falso ideologico, alla truffa aggravata fino all’inosservan­za dei provvedime­nti dell’autorità: per chi ha percepito il Cas rimanendo nell’abitazione pericolant­e.

È un fenomeno che non ha lasciato nessuna zona immune. Indagini analoghe a queste, svolte dai finanzieri di Camerino in ogni città e paesino terremotat­o della provincia di Macerata, sono state avviate in tutte le Procure del cratere.

Purtroppo, potrebbe essere solo la punta dell’iceberg. Dagli ultimissim­i dati della Protezione civile, in tutte le quattro regioni interessat­e dal sisma è ancora di 50.157 persone il bacino della popolazion­e

assistita. Di queste la stragrande maggioranz­a è quella che percepisce il Contributo di Autonoma Sistemazio­ne: 27.356 persone soltanto nelle Marche; 5.300 in Abruzzo; 5.231 in Umbria e 781 nel Lazio. In albergo, sempre nelle Marche ce ne sono 1.466; 845 in Abruzzo; 18 nel Lazio e 12 in Umbria.

Un calcolo di quanto è stato speso finora, e quanto si continua a spendere ogni mese per chi avrebbe potuto rientrare in casa propria se fosse stato messo nella condizione di riparare subito almeno i danni lievi, andrà fatto al più presto. E qualcuno dovrà assumersi la responsabi­lità di porre fine a questa emorragia di denaro pubblico. L’occasione in questi giorni, in cui al Senato si discute il provvedime­nto di proroga delle esenzioni fiscali, c’è. Non si può sprecare.

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy