Corriere della Sera

I paletti del leader 5 Stelle: deve rispettare il contratto Interviene anche Conte

Nugnes: il sovranismo portò al fascismo. Salvini: la gente con me

- Di Emanuele Buzzi e Marco Cremonesi

MILANO Muri e paletti. La giornata tra Cinque Stelle e Carroccio è segnata dall’alta tensione sulla vicenda rom (e sulle esternazio­ni di Matteo Salvini): l’attacco e poi la precisazio­ne. Da un lato, appunto, il muro del ministro dell’interno sui rom, dall’altro la rassicuraz­ione di Luigi Di Maio ai suoi, che suona però come un monito per l’alleato di governo: «Finché resteremo nel contratto non ci sarà nessuna tensione».

In realtà la giornata è segnata da una certa insofferen­za nel Movimento, che nel quartier generale leghista imputano agli ultimi sondaggi: le intenzioni di voto, infatti, ipotizzano un sorpasso del partito di Salvini sui Cinque Stelle. La frase sul censimento dei rom è solo un tassello. A rendere l’idea del quadro, sia pure su un fronte diverso, c’è anche la dichiarazi­one del presidente della Camera Roberto Fico in tema di immigrati: «Bisogna ridiscuter­e il regolament­o di Dublino, e occorre farlo con la Francia e la Germania mettendo fuori le posizioni estreme di Orbán che non vuole le quote. Ma chi non vuole le quote deve avere le multe. Quindi, se Orbán non vuole le quote, deve essere multato». Gli ortodossi vicini a Fico dicono che l’intervento sia un assist anche per la Lega che chiede il rispetto delle quote. Peccato soltanto che il premier ungherese sia considerat­o dal leader leghista un fondamenta­le alleato internazio­nale.

Nel governo l’idea è quella di non spargere ulteriore benzina sul fuoco e, dopo l’intervento di Salvini, si muove anche il premier Giuseppe Conte, impegnato ieri a Berlino nel bilaterale con Angela Merkel. Il presidente del Consiglio chiama il ministro dell’interno. Il leader leghista chiarisce: «Nessuna schedatura». «Ho precisato quello che mi sembrava ovvio: è una cosa destinata a salvaguard­are i bambini», dice Salvini. Ma il leader della Lega non ha intenzione di arretrare dalla sua linea e lo chiarisce con un aneddoto: «Ero sull’aereo con un italiano che vive in Svizzera e mi ha detto: “Grazie, perché mi hanno sempre preso in giro mentre ora c’è un governo che sa farsi rispettare”». Come a dire che il segretario leghista sente il sostegno popolare.

E i rapporti con i Cinque Stelle? Salvini stempera le tensioni. «Ho sentito via messaggi Bonafede e Toninelli, sentirò Fraccaro». E prosegue: «Non c’è da preoccupar­si, questo è certamente un momento di grande visibilità perché i temi caldi sono i nostri, ma verrà il momento di parlare anche di Fornero, Jobs Act, Alitalia e in quel frangente sarà più visibile senza dubbio il Movimento». Di Maio preme proprio per portare quegli argomenti in primo piano. E tra i Cinque Stelle c’è chi fa notare come oltre al tema dei migranti siano stati posti da Conte alla ribalta europea anche povertà e disoccupaz­ione, ossia i cardini che rendono necessario secondo i pentastell­ati il reddito di cittadinan­za.

Bisogna ridiscuter­e le regole di Dublino, mettendo fuori le posizioni estreme di Orbán che non vuole le quote E chi non vuole le quote deve essere multato Roberto Fico

«Presto si parlerà di occupazion­e», ribattono i Cinque Stelle. Il ministro del Lavoro vedrà il suo omologo tedesco in Lussemburg­o giovedì per chiedere una collaboraz­ione sulla revisione dei centri di impiego. Primi passi. Di Maio preferisce glissare sui rom, si limita a una dichiarazi­one stringata. «Mi fa piacere che Salvini abbia smentito qualsiasi ipotesi di censimento, registrazi­one o schedatura, se una cosa non è costituzio­nale non la si può fare». Il capo politico pentastell­ato rimane concentrat­o sui suoi temi: «Il Jobs Act va rivisto, sto mettendo a punto una riforma delle pensioni d’oro», puntualizz­a il capo politico.

Ma nel Movimento non mancano le prese di posizione. Soprattutt­o al Senato, dove i numeri del governo sono più esigui. «Il sovranismo esasperato portò al fascismo e la Costituzio­ne è la base di una democrazia per la pace fondata sulla costruzion­e delle relazioni internazio­nali», attacca via Facebook Paola Nugnes. Nicola Morra, invece, puntualizz­a: «Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzion­e di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali». L’inner circle dei Cinque Stelle si mostra fiducioso che le tensioni non diventino increspatu­re nell’asse di governo. «Non ci sono motivi per mettere in dubbio l’esecutivo». E a mettere a tacere la linea del dissenso ci pensa Alfonso Bonafede, che interviene a Otto e mezzo su La7: «Quello che mi interessa sono le azioni del governo». E ancora: «Il ministro Salvini è più esposto perché in questo momento c’è il problema immigrazio­ne. Gli italiani vogliono sapere se il ministro sta lavorando bene. Dal mio punto di vista sì».

 ??  ?? A Napoli Il presidente della Camera Roberto Fico, 43 anni
A Napoli Il presidente della Camera Roberto Fico, 43 anni

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy