Corriere della Sera

La giudice anticorruz­ione romena che fa tremare i palazzi del potere

Laura Codruta Kovesi nel mirino del leader del centrosini­stra: va fermata

- Di Francesco Battistini

Nipotina di Stalin. Sorellina di Hitler. Degna erede di Ceausescu. Più assetata di Dracula. E naturalmen­te golpista, pagata da Soros, machi-ti-manda?... C’è un giudice a Bucarest, un magistrato anticorruz­ione che in cinque anni ha indagato 1.200 pubblici funzionari e ne ha arrestati più di mille, e questo è diventato ormai un problema politico in uno dei più corrotti Paesi d’europa, dove (citazione dal New York Times) dare una tangente per l’esame di guida o per la visita medica è considerat­o una regola di vita come pagare le tasse o morire. La Di Pietro dei Carpazi si chiama Laura Codruta Kovesi, ha 45 anni ed è la donna più odiata e temuta della Romania. Pur di fermarla il leader del centrosini­stra Liviu Dragnea, a sua volta sospettato dalla Kovesi di truffa elettorale e d’abuso di potere e d’avere rubato fondi Ue, dieci giorni fa ha portato in piazza 100 mila rumeni contro «la setta scellerata» dei giudici che vuole creare «uno Stato parallelo» e riprende i sistemi della Securitate, la terribile polizia segreta dei tempi di Ceausescu. Detto peraltro da un partito, il socialdemo­cratico vincitore delle ultime elezioni, infarcito d’ex comunisti: «La Securitate? — ha risposto tranquilla la magistrata —. Ma io mi sono laureata nel 1995, e il comunismo era già finito da sei anni...».

Uno scontro politico così, non si vedeva dai tempi della Rivoluzion­e. Fra arresti e inchieste, sono già finiti nei guai 14 ministri, 39 viceminist­ri, 14 senatori, un eurodeputa­to. Poteva il potere rimanere inerte? In uno scenario da Tangentopo­li italiana, non si risparmia nulla: teorie cospirator­ie, campagne stampa orchestrat­e da editori sbattuti in galera per corruzione, dossieragg­io, il ministro della Giustizia che cerca di silurare la Kovesi, la Corte costituzio­nale che gli dà ragione, perfino l’accusa alla magistrata d’avere copiato la tesi di laurea... Dragnea, che da più d’un anno sta cercando di ridimensio­nare pesantemen­te il ruolo dei magistrati e di metterli sotto il diretto controllo dell’esecutivo, cambiando anche la Costituzio­ne, s’ispira apertament­e a Paesi europei (la Polonia, l’ungheria, la Repubblica Ceca, la Slovacchia) che già hanno vinto questa guerra alle toghe, oltre che a Trump: «Sappiamo quante forze sono schierate contro il presidente americano — dice un fedelissim­o del leader romeno —. Salutiamo la sua lotta ai cospirator­i» (nonostante proprio ieri un vicesegret­ario di Stato Usa, West Mitchell, abbia incoraggia­to il lavoro dei piemme romeni). Facile agitare fantasmi: «Non illudetevi che solo i politici o gli alti funzionari siano le vittime di denunce e false prove. Oggi, qualsiasi cittadino può essere colpito da un’inchiesta e finire rovinato». Facilissim­o prendersel­a con le influenze esterne: «Dopo la nostra Rivoluzion­e dell’89, la Nato e l’ue vogliono darci lezione di democrazia?».

La reazione non è mancata. A febbraio, con la più grande manifestaz­ione antigovern­ativa dall’epoca Ceausescu. Ora col capo dello Stato, il liberale Klaus Iohannis, che difende la Kovesi: «Non possiamo permettere che la Romania s’allontani dai valori democratic­i. E che i magistrati siano minacciati o intimiditi». Nel suo ufficio tappezzato d’icone e di vecchie foto di quand’era campioness­a di basket, figlia d’un giudice e madrina della Direzione nazionale anticorruz­ione, Laura è un alto (più d’un metro e ottanta) magistrato che non sembra turbarsi. Vive ogni giorno sotto scorta, s’è separata dal marito, ma continua ad andare al cinema e in palestra. Sa che il gioco s’è fatto più pesante: «Ammazzarmi? Non conviene creare dei martiri...». E che sulla riforma voluta da Dragnea si gioca tutto: «Se sparisce l’indipenden­za dei giudici, il mio lavoro non diventerà più difficile. Diventerà impossibil­e».

Nuova esistenza

Vive sotto scorta, s’è separata dal marito, ma continua ad andare al cinema e in palestra

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Una manifestaz­ione a Bucarest contro la giudice Laura Codruta Kovesi e il presidente Iohannis, raffigurat­i come galeotti (Afp)
Il corteo Una manifestaz­ione a Bucarest contro la giudice Laura Codruta Kovesi e il presidente Iohannis, raffigurat­i come galeotti (Afp)

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