Corriere della Sera

Il giallo della coppia di italiani uccisa in Colombia

L’imprendito­re e la moglie freddati dopo cena. Il fratello di lui: non aveva più nulla addosso

- (Ansa) Andrea Pasqualett­o

Una serata allegra, una cena sull’avenida de Pereira con l’amico colombiano e, una volta pagato il conto e usciti dal locale, l’inferno: cinque colpi di pistola in rapida succession­e, precisi, letali. Roberto Gaiottino, quarantaqu­attrenne imprendito­re edile di Barbania, nel Canavese, e sua moglie Claudia Patricia Zabala Dominguez, 36, non hanno avuto scampo. È successo sabato scorso nella cittadina colombiana di Risaralda, diecimila abitanti a 1.500 metri di quota, dove la coppia stava trascorren­do un periodo di vacanza in occasione del compleanno di un parente di Claudia, originaria del posto.

Da quanto trapela dal Paese sudamerica­no pare che l’assassino volesse uccidere loro e solo loro. L’amico è infatti rimasto illeso, mentre intorno la gente fuggiva in preda al panico. Sulla vicenda sta naturalmen­te indagando la polizia colombiana, mentre l’ambasciata d’italia a Bogotà segue da vicino l’attività investigat­iva in stretto raccordo con la Farnesina. I testimoni sentiti dagli agenti federali hanno detto di aver visto il killer fuggire in auto, dove lo attendeva un complice. Nulla si sa sul movente ma gli inquirenti tendono a dare credito all’azione premeditat­a. «Roberto è arrivato in Colombia il 7 giugno — racconta Liliana Barreto, un’avvocata colombiana molto amica di Gaiottino —. Era qui per vacanza ma anche un po’ per lavoro. La prossima settimana avrebbe dovuto firmare un contratto per un centro commercial­e. Ma io penso che l’omicidio non sia legato a questa cosa». Barreto, che sta seguendo anche la vicenda dal punto di vista legale, un’idea ce l’ha. «Forse è più banale la cosa, forse una compravend­ita di oggetti in oro, forse lui ha minacciato di denunciare il fatto alla polizia...».

Ma questa è solo un’idea dell’amica. La quale ricorda che «Risaralda è una città pericolosa e la gente può uccidere per poco. Io invito le autorità italiane a intervenir­e perché sia fatta chiarezza».

Dalla Colombia al Canavese. Dove Diego Gaiottino , fratello della vittima chiede prudenza: «Attenzione a parlare di esecuzione. Noi sappiamo solo che mio fratello l’hanno trovato senza nulla addosso, non aveva più neppure la sua collanina».

Come dire, non si esclude la rapina. «In quel Paese è così e temo che sarà difficile arrivare a un colpevole. In ogni caso, si sappia che mio fratello non viveva nel lusso e non alloggiava in un hotel a cinque stelle».

L’ipotesi

Per un’amica il delitto potrebbe essere legato a «una compravend­ita di oggetti in oro»

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Insieme Roberto Gaiottino e Patricia Zabala

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