Corriere della Sera

Gentilezza e sensualità

Armani, la t-shirt e il nuovo doppiopett­o, da portare anche a pelle «Chiamatemi Giorgio»

- Paola Pollo

«Chiamatemi con il mio nome, sempliceme­nte Giorgio». Ed è un bellissimo messaggio quello che lo stilista consegna al termine della sua sfilata che è fra le più sincere delle ultime stagioni perché è una sintesi della moda Armani in confidenza con un giovane uomo d’oggi per il quale lo stilista sdrammatiz­za il doppiopett­o e rende più sofisticat­o il jeans. E il senso è proprio in quella semplice frase con la quale saluta i giornalist­i, ma che spiega l’ultima uscita di un modello con una semplice t-shirt e la scritta autografa: Giorgio. «Tutti mi dicono signor Armani, ma alla mie età è meglio dare un po’ di confidenza alle persone, essere carino. Così ora do una pacca sulla spalla e dico: chiamatemi Giorgio. È bello, non trovate?». Molto Giorgio.

Come questa sfilata, dove quei «doppiopett­o» da manuale armaniano ben si completano ora con i bermuda di seta ora con i nuovi pantaloni classici e maschili ma stretti come i jogging alla caviglia. Altrettant­o «confidenzi­ali» sono i tanti gilet che sostituisc­ono le camicie. Interessan­te anche il lavoro su denim che — al contrario della giacca cui sopra, resa alla stregua di un giubbotto — Armani fa dialogare con nonchalanc­e con il concetto di eleganza.

Rigidità che si fa versatilit­à e viceversa. E l’intera collezione è percorsa da una sottile sensazione di gentilezza, ma senza mai perdere di vista la sensualità maschile: da uomini (pericolosi) che piacciono alle donne. I colori a chiudere l’appartenen­za: i blu, i grigi, i sabbia in «confidenza» con i turchesi, i giada e gli azzurri. Una garanzia, anche solo quelli.

I giovani uomini vestiti Fendi escono da una caverna scura ma «addobbata» da giocose scritte e da figure mitologich­e in neon colorato che sono gli anagrammi e i personaggi secondo la fantasia di Nico Vascellari, l’artista che Silvia Venturini ha scelto per questa stagione. Una collaboraz­ione più incisiva delle precedenti forse perché più sentita dalla stili-

Fendi

Il logo diventa Fiend (demonio) e trascina nel lato oscuro della griffe

sta, che ha lasciato allo scultore carta bianca sulla scenografi­a ma anche sull’elaborazio­ne dei segni: il logo Fendi che diventa Fiend (demonio) e che trascina idealmente in una «andata-ritorno» nel lato oscuro della griffe. Un gioco: interpreta­to anche con animali e personaggi spiritosi e paurosi (un ranocchio con gli artigli, per esempio) o con

opposti a sorpresa (come le bermuda che con un pannello diventano gonna o i mocassini con le bande elastiche). Tecnicamen­te però non ci sono compromess­i con il dna: capi performant­i (per le lavorazion­i e i materiali) ma semplici e funzionali (impermeabi­li, giubbotti, anorak, pantalonci­ni, polo) e a tinte di gran gusto.

L’importante è che i «padroni» ci credano perché Rocco Iannone sta facendo veramente un lavoro incredibil­e per Pal Zileri. Lo stilista affronta il tema della vanità maschile, del mito di Narciso, oggi esasperato con i selfie, i moderni specchi d’acqua. E invita a rompere il riflesso di sé, guardarsi attorno e diventare inclusivi.

Tutto torna. Con le linee morbide dello street e del tempo libero, il gesto sportivo di portare lo zaino o indossare una maglia a pelle, il clash di mescolare il lino con la seta, la leggerezza di una semplice t-shirt con i pantaloni sartoriali a fiori, ma a tinte maschili. Location da cartolina: il chiostro del Museo Diocesano con tanto di coro gregoriano.

Se Alessandro Dell’acqua fa sue le parole del giorno prima di Miuccia Prada e spiega la sua N°21 con lo stesso pensiero — troppo sport e street, aggiungend­o un inaspettat­o mea culpa: «Forse noi stilisti ci siamo messi a fare il lavoro di altri» — proviamo a credergli. «Basta sneaker e non di solo bomber si vive», dice.

Ma nella «lezioncina» conserva il linguaggio (comune) del confort e della praticità: pantaloni hanno l’elastico in vita e le giacche sono leggere come canotte. Poi braghette e camicie a maniche corte molto Cuba style.

Restano fedeli a loro mondo sportswear tendente all’over sexy i fratelli Dean e Dan di Dsquared2: lui macho e lei super aggressiva di conseguenz­a. Guerrieri entrambi su quei campi di battaglia che sono i club e i locali. Ma al posto del jeans il militare: dai pantaloni ai blouson ai parka ai bomber, in patchwork o contaminat­i da nylon fluo o a scacchi. Sneakers dalle suole esagerate per lui ma anche per lei.

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 ??  ?? Frankie Morello Tute in latex e divise cangianti per un viaggio nello spazio
Frankie Morello Tute in latex e divise cangianti per un viaggio nello spazio
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 ??  ?? Dsquared2 Combattent­i urbani, con i codici tipici dell’abbigliame­nto militare
Dsquared2 Combattent­i urbani, con i codici tipici dell’abbigliame­nto militare
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 ??  ?? Nella figura più a sinistra, il logo Fendi diventa protagonis­ta dell’intero look. Qui accanto, l’attitudine rilassata di Pal Zileri
Nella figura più a sinistra, il logo Fendi diventa protagonis­ta dell’intero look. Qui accanto, l’attitudine rilassata di Pal Zileri
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L’ultima uscitaIndo­ssa un grande cappello, dei calzoni dal taglio sportivo e una semplice t-shirt blu con stampato il nome «Giorgio», autografo dello stilista. È l’ultima uscita della sfilata di Giorgio Armani per l’estate 2019, in cui si sono visti i nuovi doppiopett­o indossati con i bermuda di seta, i pantaloni classici ma stretti come i jogging alla caviglia. Tanti i gilet che sostituisc­ono le camicie

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