Dieselgate in Germania fermato il ceo di Audi: «Pronto a essere interrogato»
Stadler respinge le accuse. Schot potrebbe sostituirlo alla guida
Finora i dirigenti del gruppo Volkswagen erano stati risparmiati dal «dieselgate». Solo Martin Winterkorn, il capo assoluto, si era dimesso subito, alle prime rivelazioni, nel settembre 2015. Ieri è andata in onda un’altra puntata con la detenzione provvisoria di Rupert Stadler, dal 2007 presidente del direttorio di Audi, da sempre considerato uno degli uomini forti del colosso di Wolfburg.
La giustizia tedesca (il fermo di Stadler non è stato richiesto dalle autorità Usa) accusa il manager di frode e di aver coperto dei certificati che potrebbero essere falsi, legati all’inchiesta sui motori truccati. Il condizionale è Il caso
● I dati falsi sulle emissioni dei motori diesel hanno già portato all’arresto di diversi manager e all’uscita di scena del ceo di Volkswagen, Martin Winterkorn, incriminato negli Usa. Ieri è stato arrestato Rupert Stadler, ceo di Audi d’obbligo in questa vicenda interminabile, Audi ricorda che nessuna sentenza è stata ancora emessa e vale la presunzione di innocenza. Il responsabile delle vendite del marchio, Bram Schot, un olandese, secondo indiscrezioni ancora non confermate, dovrebbe essere nominato alla guida di Audi ad interim, con le stesse deleghe di Stadler.
Due mesi fa il consiglio di amministrazione della casa automobilistica tedesca aveva deciso di rimpiazzare Matthias Muller ( che aveva sostituito Winterkorn) con Herbert Diess, responsabile sino ad allora del marchio Volkswagen. Nel pomeriggio del 18 giugno era già prevista una riunione del consiglio di sorveglianza che ha ribaltato la scaletta ed ha subito deciso di sospendere Stadler da ogni funzione. E’ stata anche perquisita la sua abitazione privata e il suo ufficio nella sede di Ingoldstadt, in Baviera. La carcerazione potrebbe essere stata decisa anche per il rischio di alterazione delle prove.
All’inizio di maggio Audi aveva riconosciuto di aver riscontrato delle anomalie sulla centralina che equipaggiava i motori diesel di circa 60mila modelli A6 e A7, venduti nel mondo. Gli Stati Uniti avevano, nello stesso mese, formulato un atto di accusa contro Winterkorn anche se è praticamente escluso che possa essere convocato in America poiché la Germania non contempla l’estradizione dei suoi cittadini al di fuori dell’unione Europea. Volkswagen, ha pagato circa 26 miliardi di euro di penali come conseguenza di questa vicenda e, la settimana scorsa , ha accettato di sottostare ad una multa di un altro miliardo Il manager Rupert Stadler, 55 anni, ceo di Audi e membro del consiglio di gestione della capogruppo Volkswagen è stato accusato di frode e di aver prodotto documenti falsi di euro, decisa dalla Bassa Sassonia, la più salata, mai comminata in Europa. Tutta l’industria automobilistica europea è praticamente stata messa sotto inchiesta, accusata di essere responsabile dell’inquinamento atmosferico, nonostante i grandi progressi effettuati nella pulizia dei gas di scarico da residui dannosi alla salute dell’uomo.
Solo in Germania il settore automotive fattura circa 400miliardi di euro, pari ad un quinto dell’intero prodotto manifatturiero nazionale e impiega circa 800mila addetti.
Il provvedimento L’iniziativa è arrivata dalle autorità tedesche, non da quelle degli Stati Uniti