Le stelle sono spente Servono Reus e idee
MOSCA Se decide il popolo paga Ozil, se decide il campo paga Thomas Müller. In ogni caso, deve giocare Reus. La prima sconfitta della Germania all’esordio di un Mondiale dal 1982 (1-2 contro l’algeria, poi ci fu bisogno del «biscotto» con l’austria per passare il turno) ha scatenato la caccia al colpevole. Tutto il mondo è paese. Solo che in Germania non si spara sull’allenatore. Löw si è preso le critiche per avere scelto un paio di giocatori sbagliati («Nessuno saltava l’uomo») e non — come sarebbe stato più giusto — per aver letto male la partita.
Ozil è da tempo in disgrazia e la fotografia con il presidente turco Erdogan ha scatenato una polemica non solo calcistica. Lothar Matthaeus, campione del mondo a Italia 90, non ha usato la diplomazia: «Da tempo non vedevo una Germania così debole in una grande competizione. Reus, contro la Svezia dovrà avere una maglia da titolare».
Reus è un talento, ma la sua carriera è stata tormentata dagli infortuni che gli hanno fatto saltare Mondiale 2014 ed Europeo 2016. Anche quest’anno, nel Borussia Dortmund, ha iniziato a giocare solo a febbraio, ma poi ha segnato 7 gol in 11 presenze in Bundesliga. È dato in gran forma e, visto che Löw ha lasciato a casa Leroy Sané, con una decisione incomprensibile, può essere la soluzione.
Contro il Messico, con sorpresa di tutti, la Germania è sembrata imballata fisicamente e con poche idee. Il giovane Julian Brandt ha visto il re nudo: «Abbiamo difeso con due idee differenti: qualcuno voleva pressare e qualcuno voleva arretrare. Così abbiamo lasciato spazio ai messicani». Il capitano Manuel Neuer ha aggiunto: «L’equilibrio è importante per noi e i reparti devono giocare in modo coordinato. Ne dobbiamo parlare». In particolare si discute del ruolo di Kimmich: se è un’ala e non un terzino, qualcuno deve coprirlo. Müller, col Messico, non ci ha pensato mai. E così rischia.