Lo street di Vuitton (e l’abbraccio con Kanye West)
A Parigi debutto con lacrime di commozione per Virgil Abloh, l’americano della svolta
Corre incontro all’amico, in lacrime e si abbracciano. E piangono tutti e due: Virgil Abloh e Kanye West, inseparabili anche nel successo, non è da tutti. L’ultimo trionfo in ordine di tempo: quello dello stilista venuto dall’illinois che a Parigi ha presentato la sua prima collezione Louis Vuitton senza suscitare dubbio alcuno sul fatto il ragazzo ce la farà perché ha la testa e il cuore.
Tre mesi di tempo per preparare una collezione che dice tutto quello che deve dire e fare. Innanzitutto «introdurre il brand alle generazioni più giovani e far si che apprezzino creatività ed eredità», racconta lui. Abloh ha cominciato con ciò che sa fare meglio: conversare, con la storia del brand, con la sua e con la gente. E il miracolo si compie: la tradizione di LV (le borse, il logo, le lavorazioni) dialoga in passerella con la semplicità e la funzionalità dello street wear come fosse sempre stato così. Le uscite bianche per puntualizzare la pulizia delle linee (pantalone maschile e tshirt e giubbotto) e la silhouette definita dai nuovi accessori: gilet, imbracature, zaini squadrati. Poi via via i colori, decisi, energetici, dell’arcobaleno: «Che rappresenta tutti. È stata una mia visione mentre arrivavo qui in aereo, tre mesi fa: ho visto un prisma con la luce bianca che lo attraversa e che poi diventa colore. Ho pensato al Mago di Oz e a quel sogno». «Questi vestiti — racconta — potrebbero indossarli i 50enni, come i 17enni». Non è un caso che abbia deciso di presentarsi davanti a 3 mila persone, una moltitudine di personaggi e gente comune, su di una passerella arcobaleno da 300 metri nei giardini del Palais Royal. Abloh addirittura avrebbe voluto uno show open, ma impossibile garantire la sicurezza, così ha invitato gli studenti di design. Un bel segno anche questo. Nel finale l’abbraccio e le lacrime con l’amico Kanye con il quale ha fatto così tanta strada.
Il resto della fashion week
parigina un po’ si perde vuoi per la curiosità di vedere questo esordio, vuoi per quello che lo stilista venuto dall’illinois ha detto: non il letterale dello street e dello sport, ma l’evoluzione verso un contemporaneo quotidiano del workwear, fra «creatività ed eredità».
Si avvicina a quel mondo in maniera decisa anche Pierpaolo Piccioli con Valentino, sfidando l’immaginario legato al brand con il linguaggio più attuale della musica trap e il messaggio che trasmette: la libertà di vivere il mondo, includendo e non escludendo. Il nuovo logo (VLTN) che scorre e poi il camouflage ma a tinte fluo: per completi sartoriali ma anche pantaloni sportivi, parka, blouson, maglie sneaker.