Milano capitale della finanza I «big» dei fondi a consulto
Vertice dei supergestori al Pavillon Unicredit, l’incontro Mediobanca
Tra il nuovo financial district e la tradizionale city, Milano diventa in questi giorni capitale mondiale della finanza. Oltre 400 investitori istituzionali globali, responsabili complessivamente di un patrimonio intorno ai 35 mila miliardi di dollari, partecipano alla conferenza annuale della Icgn, network internazionale di corporate governance, e alla quarta edizione dell’italian ceo conference organizzata da Mediobanca.
L’appuntamento dell’icgn, per la prima volta nel capoluogo lombardo, si è aperto il 25 giugno e si chiude domani con una sessione italiana. Si tratta di un assise nella quale società e gestori dei fondi internazionali si confrontano sui temi del governo societario, asset sempre più rilevante nelle decisioni di investimento. Ospite nel Pavillon di Piazza Gae Aulenti e major partner dell’iniziativa è Unicredit.
Ed è stato l’amministratore delegato della banca, Jean Pierre Mustier, fra i primi a intervenire ai lavori di ieri, aperti da Kerrie Waring, ceo di Icgn. Il banchiere ha «presentato» il nostro Paese agli investitori sottolineandone il buon andamento di crescita, la presenza di imprenditori «incredibilmente capaci», il fatto che per il settore manifatturiero l’italia si colloca al secondo posto in Europa e al settimo nel mondo. Mustier ha poi indicato i cambiamenti realizzati nella governance da Unicredit. L’istituto si è posizionato sulle «best practice internazionali». Fra gli aspetti della riforma la riduzione dei componenti il consiglio a 15, la rimozione del tetto al diritto di voto al 5%, eredità della privatizzazione, la conversione delle risparmio in ordinarie e l’introduzione della lista del board uscente per il rinnovo delle cariche. Ai giornalisti poi Mustier, sulla lettera inviata dall’hedge fund Caius affinché Unicredit riveda il trattamento contabile dei cashes, ha detto di non essere una «persona carina quando qualcuno attacca la società» e ribadito che «la vicenda è nelle mani delle autorità».
Tommaso Corcos, presidente di Assogestioni e ceo di Eurizon capital (Intesa Sanpaolo), ha sottolineato che «il mercato italiano è da anni fortemente impegnato nel migliorare cultura e attività di corporate governance» e che il nostro Paese oggi vanta regole di «governo societario fra le più avanzate del mondo» con «uno dei migliori sistemi di elezione dei board: il voto di lista». Sui punti principali della roadmap del Comitato per la corporate governance ha parlato la presidente, Maria Patrizia Grieco (Enel). Si punta al «rafforzamento dei temi della diversità, intesa anche come strumento di sostenibilità». Grande interesse è poi diretto alla «semplificazione e proporzionalità delle regole di governance per favorire l’accesso al mercato dei capitali delle piccole e medie imprese», protagoniste di un boom di ingressi al listino Aim. Infine nel Comitato si dibatte sul «rafforzamento dell’efficacia e sull’autonomia dei consigli».
Mustier è poi intervenuto, come il group ceo di Generali Philippe Donnet, alla conferenza di Mediobanca, aperta di fronte a 150 investitori dall’amministratore delegato di Piazzetta Cuccia Alberto Nagel. Dopo di lui ha parlato Isabelle Vaillant, a capo del dipartimento regulation dell’eba, l’authority bancaria europea. Oggi a Milano, capitale internazionale della finanza.