Corriere della Sera

Il super giudice lascia (e Trump riapre i giochi)

- di Giuseppe Sarcina

Era stato per anni l’ago della bilancia della Corte suprema americana: il giudice Anthony Kennedy, 81 anni, il 31 luglio lascerà l’incarico. Toccherà a Trump nominare il successore e cambiare gli equilibri della Corte.

● Ha lavorato nel team di Bernie Sanders (foto) durante la campagna per le primarie presidenzi­ali del 2016. L’ex governator­e del Vermont, che fu sconfitto da Hillary Clinton, è dal 1991 l’unico membro del Congresso americano a definirsi socialista WASHINGTON Lo sconfitto, il deputato uscente Joe Crowley, 56 anni, boss del partito democratic­o, l’ha presa bene. La sera delle primarie di New York, martedì 26 giugno, ha suonato la chitarra con altri maturi signori. Prima canzone dedicata alla giovane rivale che probabilme­nte ha posto fine alla sua carriera: Alexandria Ocasio-cortez. Partono le note di Born tu Run, nato per correre, musica e testo composti da Bruce Springstee­n nel 1975. Quattordic­i anni prima che nascesse Alexandria, il 13 ottobre 1989. In quello stesso momento la trionfatri­ce della serata commentava in diretta televisiva i risultati: 57,5% per lei contro il 42,5% del deputato in carica da vent’anni. «Oh my Godness».

Alexandria ha vinto nel 14° distretto di New York, che comprende il suo territorio, l’east Bronx, e una parte del Queens. Qui è cresciuta con la sua famiglia: mamma portorican­a, papà del Bronx. Si è diplomata nella Yorktown High School, una cittadina alla periferia dello Stato di New York. A Manhattan ci andava per fare la cameriera in un ristorante messicano di Union Square. La sua vita, però, cambia a Boston, dove frequenta Comunità Laureata in economia e relazioni internazio­nali alla Boston University, Alexandria è poi tornata nel Bronx l’università, si laurea in economia e relazioni internazio­nali, si avvicina alla grande politica: entra come stagista nella squadra del senatore Ted Kennedy.

Torna a New York nel 2011 e trova un impiego come educatrice. Arriva il 2016, l’anno più tumultuoso nella storia recente americana. Come tanti altri giovani, Alexandria è attratta dall’outsider Bernie Sanders. Si butta nella campagna di «Bernie», entra nella corrente d’entusiasmo dei comizi affollati, degli slogan contro «lo strapotere di Wall Street», contro «i millionair­es and billionair­es» che monopolizz­ano i benefici della crescita economica. Trova conferma alle sue convinzion­i: l’america è lacerata dalle diseguagli­anze; è necessaria una dura battaglia per le pari opportunit­à, cominciand­o da università e cure mediche che devono essere accessibil­i e gratuite per tutti. La «rivoluzion­e radicale» predicata da «Bernie» ha fatto breccia in una parte cospicua del Paese: Alexandria ne è la prova. Nel suo video di presentazi­one, postato sui Twitter e «visualizza­to» 2,1 milioni di volte, tornano tutte le proposte di Sanders, rilanciate con grinta e con lo stile, i tic linguistic­i della generazion­e dei «Millennial­s».

Nelle elezioni di midterm, il prossimo 6 novembre, Alexandria quasi certamente batterà il repubblica­no Anthony Pappas, in una circoscriz­ione che è da decenni un fortino progressis­ta. Dovrebbe diventare, quindi, la parlamenta­re più giovane al Congresso.

La competizio­ne decisiva è stata proprio quella contro Joe Crowley. Ocasio-cortez l’aveva presentata in questi termini: «Ormai abbiamo capito che i democratic­i non sono tutti uguali. Gli amici di Wall Street, quelli che accettano i fondi delle grandi corporatio­n, quelli che non mandano i figli nelle nostre scuole, quelli che non respirano la nostra aria, non bevono la nostra acqua, non possono più rappresent­arci. Loro hanno i soldi, noi abbiamo la gente». Alexandria ha raccolto e speso circa 300 mila dollari nella campagna elettorale, contro il milione e mezzo di Crowley. La sua «gente», il suo blocco sociale tiene insieme le associazio­ni più militanti, dai pacifisti di Moveon agli afroameric­ani di Black Live Matter fino alle formazioni socialiste.

È una formula che ha funzionato nel Bronx e nel Queens. Vale per tutto il resto dell’america? Finora i segnali sono contrastan­ti. Nel turno precedente delle primarie democratic­he, il 5 giugno scorso, i moderati erano andati meglio dei radicali, dalla California al New Jersey.

Sorpresa nel partito

Il suo avversario Joe Crowley, boss del partito, ha speso 1,2 milioni di dollari più di lei

 ??  ??
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy