Corriere della Sera

I tre carabinier­i arrestati e il migrante incastrato

- Di Luigi Ferrarella

In maggio la notizia dello stupro di gruppo su una turista olandese in hotel a Sorrento era rapidament­e sparita dai radar, visto che i cinque autori erano risultati non immigrati ma italianiss­imi baristi dell’hotel. E se nel giorno della formazione del governo il ministro dell’interno Salvini aveva trovato attenzione e tempo per appassiona­re il web con un suo tweet sull’«immigrato che a Firenze spenna i piccioni in pieno giorno e in mezzo alla strada... A casa!!!», ora è invece improbabil­e che diventi altrettant­o virale in Rete l’arresto ieri a Giugliano di tre carabinier­i: accusati dal Tribunale di Napoli Nord d’aver fabbricato false prove contro un cittadino del Ghana, a casa del quale avevano nascosto due pistole e altri indizi allo scopo di farlo passare per sospetto fiancheggi­atore di terroristi, arrestarlo, e lucrare così un encomio per la propria carriera. L’arma li ha sospesi e il ghanese è stato scarcerato. Nelle stesse ore il Censis, come già l’istat giorni fa, certificav­a il divorzio tra criminalit­à reale (con

Vittima ghanese Gli hanno messo in casa due pistole per guadagnare un encomio di carriera

statistich­e quasi tutte in discesa) e criminalit­à percepita sulla base della rappresent­azione mediatica (con indici di paura tutti in salita); e l’università Statale di Milano presentava il volume nel quale il criminolog­o Raffaele Bianchetti condensa in 600 pagine anni di studi teorici, e una nuova ricerca empirica, su come la chirurgica enfatizzaz­ione o tacitazion­e giornalist­ica selezioni o eclissi un accadiment­o tra tutti quelli in competizio­ne per assurgere al rango di «problema sociale». Agli arresti di Napoli va quindi prestata attenzione non tanto per la vicenda in sé (isolati tutori dell’ordine che si volgono in sceriffi d’ingiustizi­a capitano con rara periodicit­à, e sempre sono neutralizz­ati dalla maggioranz­a sana dei loro colleghi), quanto per il finto «senso comune» che carsicamen­te sottende: dovendo inventarsi «qualcosa» per fare carriera, e cioè incastrare un innocente, guarda caso hanno pensato di fare quel «qualcosa» non a un italiano, ma a un immigrato. Perché a un immigrato, bofonchia l’aria che tira, in fondo «si può fare».

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy