Da Chicago a Santa Monica per 4 mila km La strada più affascinante degli Usa minacciata da incuria, speculatori e turisti
Del lento declino della Route 66 parlava anche Sally Carrera nel cartone animato Cars. Una volta, diceva in sintesi il sexy avvocato su ruote a Saetta Mcqueen, «si viaggiava in modo diverso, la cosa bella non era arrivare, ma viaggiare». Agli occhioni di Sally si perdona questa narrazione romantica, ma in realtà la «mother road» d’america non si è lasciata attraversare solo da motociclisti guidati dal vento o auto sportive in corsa verso l’abisso dei sensi.
Per esempio la Route 66 ha conosciuto la fame e la sete dei contadini che fuggivano le
L’allarme
Il trust che preserva i beni storici americani l’ha inserito tra gli undici siti in pericolo
terre inaridite del Midwest dopo la Grande Depressione. Eppure questa grande madre d’asfalto è quasi di per sé un film, con i suoi 4 mila chilometri da Chicago a Santa Monica. La più grande delle «vene dell’america» (interpretando William Carlos William) che oggi è davvero a rischio: è stata infatti inserita dal National Trust for Historic Preservation tra gli undici siti storici statunitensi in pericolo. Incuria, piani di sviluppo spregiudicati, una certa trascuratezza culturale da parte dei turisti che arrivano cercando le tracce del «crescente furore» negli occhi dei contadini di Steinbeck. Contadini che qui consumarono una viandanza pioneristica, scappando dalla privazione e provando a immaginare una frontiera. Una cerniera in diagonale, che unisce Illinois, Missouri, Kansas, Oklahoma, Texas, Nuovo Messico, California. Polverosa ma vivissima nella memoria.
Il cippo che segna il chilometro zero si trova tra Michigan Avenue e Adams Street a Chicago, ma è da Detroit che partono Ella e John, due ottantenni che si lasciano alle spalle le lagne dei figli e gli acciacchi per un zigzagare in camper da est a ovest, nel romanzo di Michael Zadoorian In viaggio contromano, diventato un film di Paolo Virzì (Ella & John The Leisure Seeker). E se la Route 66 nacque nel 1926 da un progetto imprenditoriale ideato per unire le piccole realtà locali, la sua storia si affaccia di volta in volta negli splendori e nelle miserie di un paese che on the road ha scritto pagine memorabili. Per esempio, durante