Corriere della Sera

SCUOLA, L’ABOLIZIONE DELLA CHIAMATA DIRETTA È UN PESSIMO SEGNALE

- di Andrea Ichino

Ipresidi sono tornati a essere come capitani di nave che non possono scegliere il loro equipaggio, pur essendo responsabi­li della rotta. La chiamata diretta dei professori da parte dei presidi era uno dei pochi passi nella direzione giusta fatto dalla c.d. «Buona scuola», ed è stato annullato. Il nuovo governo ha usato la scuola per fare una cattiva «politica del lavoro», sacrifican­do l’interesse degli studenti a quello della parte peggiore degli aspiranti insegnanti. Ma gli studenti e le generazion­i future non votano alle prossime elezioni. Votano invece gli insegnanti e i sindacalis­ti che preferisco­no le graduatori­e alla selezione discrezion­ale. Discrezion­alità non vuol dire arbitrio, se guidata da incentivi corretti. Il passo in avanti della scuola renziana era insufficie­nte proprio perché non aveva curato la necessità di incentivar­e i presidi ad assumere gli insegnanti migliori invece che i loro protetti. La soluzione non era, però, tornare indietro quanto piuttosto andare avanti abbinando la discrezion­alità con un sistema efficace di valutazion­e. Così si fa nei sistemi che danno i risultati migliori, perché la scuola veramente buona la fanno i buoni insegnanti. Tutto il resto conta meno e lo dicono i dati.

Questo passo indietro è un pessimo segnale per la scuola, ma anche per chi vuole fare politica seriamente in questo Paese. Per definizion­e, la buona politica non può dare benefici nel breve periodo e se fatta «a metà» lascia il Paese in mezzo al guado, con i difetti della vecchia sponda e senza i benefici della nuova. Oggi gli elettori non sono più legati ai partiti per motivi ideologici che li aiutino a superare i costi di breve (come accadeva nel secolo scorso). Diventano quindi soggetti al fascino del Gatto e della Volpe, che offrono benefici immediati ma nascondono i disastri che seguiranno dopo per tutti. Gli italiani, ahimè, perderanno tutte le loro monete, come il povero Pinocchio.

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