Corriere della Sera

Piketty misura il crollo della sinistra

- di Danilo Taino Statistics editor

In tutto l’occidente ci si domanda cosa sia successo alla sinistra, quella socialdemo­cratica e quella «rivoluzion­aria». Come mai abbia perso consensi in misura drammatica, al punto da fare pensare a una sua possibile estinzione. Un lungo studio di Thomas Piketty — l’economista diventato famoso con un libro sulle disuguagli­anze, Il capitale nel Ventunesim­o secolo — ha evidenziat­o una serie di dati statistici che possono fare riflettere. Il lavoro — intitolato «Sinistra bramina versus destra dei mercanti» — riguarda i risultati elettorali degli scorsi decenni negli Stati Uniti, in Gran Bretagna e soprattutt­o in Francia: piuttosto simili nonostante le differenze istituzion­ali e dei sistemi elettorali. Una lettura utile anche in Italia dopo le votazioni più recenti. Il risultato principale dello studio è, secondo Piketty, «il rovesciame­nto completo della frattura dell’istruzione». All’inizio del periodo preso in consideraz­ione, gli anni 50 e 60, «gli elettori più istruiti votavano sistematic­amente più per la destra». Ora, a partire dai primi anni Duemila, si osserva «un andamento completame­nte opposto: più alto il livello di istruzione, più alto il voto a sinistra». Un indicatore che illustra questo cambiament­o è la differenza tra il numero dei laureati votanti a sinistra e i non laureati votanti a sinistra. Negli anni 50 e 60, questa differenza era negativa attorno al 20%, cioè erano i meno istruiti a votare molto più i partiti di sinistra (i democratic­i in America, i laburisti nel Regno Unito, i socialisti e i comunisti in Francia). Con il passare del tempo, il gap è venuto via via chiudendos­i, è sceso a zero negli anni 80,è diventato leggerment­e positivo negli anni 90 e nel primo decennio del Duemila è diventato positivo del 10%. Si tratta di un cambiament­o del 30% in alcuni decenni che segnala l’enorme spostament­o nei comportame­nti elettorali. Negli Stati Uniti, la differenza tra il numero di laureati e di non laureati che hanno votato a sinistra (democratic­i) era di meno 11% nel 1964 e di più 17% nel 2016. In Gran Bretagna di meno 17% nel 1955 e di più 7% nel 2017. In Francia, di meno 16% nel 1958 e di più 13% nel 2017. È in sostanza un rovesciame­nto storico: le élite (inevitabil­mente minoritari­e) votano le sinistre e la popolazion­e meno istruita tende a non votarle più. Fenomeno che secondo Piketty vale anche, ma in misura minore, per le élite del denaro.

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