Corriere della Sera

I destini paralleli di Löw e Merkel Il c.t. eliminato, la cancellier­a lotta per resistere

- Di Paolo Valentino DAL NOSTRO CORRISPOND­ENTE

BERLINO È un brutto auspicio per Angela Merkel, l’eliminazio­ne della Germania al primo turno dei Mondiali di Russia. E il destino di Joachim Löw, il c.t. che quasi sicurament­e dovrà lasciare la panchina della Nazionale dopo 12 anni, sembra allungare un funesto presagio su quello della cancellier­a, che dell’identifica­zione con la Mannschaft vincente ha fatto uno dei pilastri della sua narrazione al potere.

Nulla è scontato, naturalmen­te. Merkel può teoricamen­te ancora scongiurar­e la crisi di governo,

Tutta colpa mia, è una delusione enorme ma è stato giusto così Se resterò ancora c.t.? È troppo presto, vediamo

d Merkel Se si guarda a un arco temporale più ampio abbiamo vinto moltissimo, ma oggi siamo tutti molto tristi

che la polemica con i suoi alleati bavaresi sui respingime­nti dei profughi già registrati in altri Paesi della Ue rischia di precipitar­e, in assenza di accordi a livello europeo. Ma troppo forte è la suggestion­e che il fallimento dell’«operazione difesa del titolo» da parte della Nazionale tedesca riverbera sulle fortune politiche della cancellier­a. Soprattutt­o perché, per storia, gusti, carattere, stile di vita e non ultimo per l’idea di società che hanno in mente, Angela Merkel e Joachim Löw si somigliano come due gocce d’acqua. Una sorta di affinità elettiva, finita per diventare una vera amicizia, che finora li ha accomunati nel successo e che ora rischia di travolgerl­i insieme.

Entrambi vengono da regioni periferich­e della Germania, Merkel dall’estremità nord-orientale, Löw dalla Foresta Nera nel profondo Sudovest. Entrambi sono arrivati al vertice come sorprese, lei ex fanciulla di Helmut Kohl, lui ex braccio destro di Jurgen Klinsmann. Parlano piano, senza retorica, ma sono durissimi nella sostanza: Merkel senza pietà verso i potenziali rivali, Löw altrettant­o nel lasciare a casa giocatori-icona come Mario Goetze. Tutti e due amano la cotoletta Cordon Bleu, che il cuoco del Kanzleramt cucina tutte le volte (non poche) che Löw rende visita a Merkel. Anche le poche frasi celebri li accomunano: «Wir schaffen das», ce la facciamo, disse Merkel nel 2015 quando decise di aprire le porte a oltre 1 milione di rifugiati. «Wir werden das schaffen», ce la faremo, ha detto Löw qualche mese fa, quando i primi dubbi sono sorti sulla squadra alla vigilia del Mondiale. Gelosi della loro vita privata, nessuno dei due ha figli.

Ma più di ogni altra cosa, Angela Merkel e Joachim Löw hanno incarnato e promosso sui rispettivi fronti la visione di un Paese aperto al mondo e integrato. Lei resistendo a chi vuole chiudere le porte ai rifugiati o negare che anche l’islam appartenga alla Germania. Lui forgiando e portando alla vittoria una nazionale multietnic­a, dove i Muller e i Neuer si mescolano e fanno squadra con gli Ozil, i Gundogan, i Khedira e i Boateng. Entrambi hanno pagato un prezzo: Merkel aprendo il fianco destro dello schieramen­to moderato agli estremisti di Alternativ­e für Deutschlan­d; Löw finendo sotto accusa quando i suoi tedeschi di origine turca non cantavano l’inno nazionale prima delle partite o, da ultimo, si sono fatti fotografar­e insieme al leader turco Erdogan.

Ora siamo al finale di partita. Joachim Löw è il primo a cadere e su di lui sono già pronte a rovesciars­i le critiche. Merkel va in campo nelle prossime ore al Consiglio europeo di Bruxelles, bombardata da ultimatum, avvertimen­ti e minacce provenient­i dall’austria, dai Paesi di Visegrad e soprattutt­o dagli alleati bavaresi. Può ancora farcela. È successo altre volte. Ma la stagione è già cambiata. Il destino del suo amico Joachim segnala il nuovo Zeitgeist, lo spirito del tempo.

d Hummels È una situazione difficile da spiegare a parole Ci abbiamo creduto fino alla fine ma ormai da un po’ giochiamo male

 ??  ?? Disperazio­ne Joachim Löw distrutto a fine gara, come Niklas Sule, uno dei suoi giocatori (nella foto grande). Sullo sfondo, la festa dei sud coreani, eliminati ma capaci di battere i campioni del mondo in carica (Reuters, Getty Images)
Disperazio­ne Joachim Löw distrutto a fine gara, come Niklas Sule, uno dei suoi giocatori (nella foto grande). Sullo sfondo, la festa dei sud coreani, eliminati ma capaci di battere i campioni del mondo in carica (Reuters, Getty Images)
 ??  ?? Tempi d’oro
La cancellier­a Angela Merkel tra Oliver Bierhoff (a sinistra), team manager della Nazionale tedesca, e Joachim Löw, il commissari­o tecnico. Dopo tanti successi, ieri la Germania è stata eliminata dal Mondiale, dalla Corea (Reuters)
Tempi d’oro La cancellier­a Angela Merkel tra Oliver Bierhoff (a sinistra), team manager della Nazionale tedesca, e Joachim Löw, il commissari­o tecnico. Dopo tanti successi, ieri la Germania è stata eliminata dal Mondiale, dalla Corea (Reuters)

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