QUEI NUMERI DEI POLITICI SEMPRE DA VERIFICARE
Caro direttore,
leggo sul Corriere che Di Maio stima in circa un miliardo di euro la raccolta fondi che si ricaverebbe dal taglio delle pensioni d’oro. Ribatte il Pd riducendo tale stima a 100 milioni! Questo è solo l’ultimo esempio di molti in cui le «sparate» gratuite sono riportate dalla stampa e poi cadono nel vuoto. Io penso che i cittadini vorrebbero capire dove sta la verità per decidere a chi dare il proprio sostegno elettorale. A questo fine il Corriere farebbe cosa estremamente utile, meritoria e gradita ai lettori se aprisse una rubrica «Dati e fatti» ove si indichino le ipotesi di calcolo ragionevoli ( forse più di una) e il rispettivo risultato. Al cittadino poi giudicare l’alternativa che sembra più realistica. Così facendo il Corriere seguirebbe l’ottimo esempio del «fact checking» in uso negli Stati Uniti, ove i giornalisti controllano la veridicità di quanto affermato da politici e
leader di partito. Con tutte le fake news in circolazione, mi sembrerebbe una iniziativa seria e quasi dovuta.
Edoardo Laurenti
Caro signor Laurenti,
Le campagne elettorali e le dichiarazioni dei politici sono sempre zeppe di promesse e di cifre mirabolanti. Si lancia un’idea e si forniscono numeri che tendono a dimostrare che tutto sia possibile, anche quando l’evidenza dice il contrario. Ha ragione a chiedere ai giornali e al sistema dell’informazione un impegno fattuale, serio, di verifica su quanto affermato e promesso. Una rubrica è certamente una buona idea ma credo che questo lavoro vada fatto giorno per giorno nei nostri articoli e nei nostri approfondimenti. Il Corriere della Sera sta cercando di fornire quotidianamente ai suoi lettori le giuste chiavi di lettura basate su numeri certi. Un esempio sono le pagine dedicate ai costi del reddito di cittadinanza e alle risorse che servirebbero per realizzarlo, ai risultati che si otterrebbero con la flat tax prevista dal contratto di governo, al buco che si aprirebbe nel bilancio dello Stato con la riforma della legge Fornero. Ma anche i servizi realizzati dai nostri giornalisti sui dati effettivi degli sbarchi di migranti in Italia: un’invasione nelle dichiarazioni di governo e nella percezione diffusa tra i cittadini, un’emergenza meno grave se si guardano i poco più di 16 mila arrivi fino a metà giugno raffrontati con i quasi 200 mila degli anni passati.
Il rigore delle analisi, la realizzabilità delle promesse sono elementi fondamentali della vita democratica. E i giornali, senza faziosità e pregiudizi, devono fare il loro dovere.