Hollywood fotocopia
Ondata di remake: Guadagnino rilegge Argento Lady Gaga star emergente come Judy Garland
La tendenza Classici rifatti in arrivo dagli Stati Uniti
Remake. Da qualche tempo sembra essere questa la parola preferita dagli studios di Hollywood. Anche se non tutti i rifacimenti sono successi — clamoroso nel 2016 il flop del Ben-hur rifatto da Timur Bekmambetov, costato alla Metro-goldwyn-mayer un «buco» di circa cento milioni di dollari —, spesso il remake funziona. Senza lo Scarface originale del 1932, il cinema non avrebbe avuto il capolavoro del 1983 con Al Pacino. Lo stesso vale per Ocean’s Eleven - Fate il vostro gioco di Steven Soderbergh (l’originale era Colpo grosso), A qualcuno piace caldo di Billy Wilder (Some Like It Hot) e Il mistero del falco di John Huston (The Maltese Falcon), per ricordare solo alcuni tra i remake più celebri dell’originale.
Così, l’«usato garantito» si riproduce e si moltiplica: da Papillon con Charlie Hunnam e Rami Malek (remake del classico del ‘73 con Steve Mcqueen e Dustin Hoffman), da giovedì scorso nelle sale, a Suspiria di Luca Guadagnino, atteso sui grandi schermi Usa dal prossimo novembre; da È nata una stella, esordio alla regia di Bradley Cooper con Lady Gaga al posto di Barbra Streisand o Judy Garland (protagoniste nel ‘76 e nel ‘54 dei remake dell’originale diretto da William A. Wellman nel 1937) a Una coppia alla deriva, reinterpretazione di Rob Greenberg della commedia romantica di Garry Marshall del 1987 con protagonisti Goldie Hawn e Kurt Russell; da Dumbo, remake in live action firmato Tim Burton del celebre cartoon Disney del 1941, a The Crow Reborn, rifacimento del film di culto con l’iconico Brandon Lee (Il Corvo - The Crow).
Sfogliando l’album della storia del cinema, è facile scoprire che molti film di successo sono, in realtà, versioni «rilucidate» di un passato di celluloide. Una manna per il box office, dove le hit del passato sono scommesse vinte (anche) per il futuro. Con un valore aggiunto: i minori costi di marketing. La familiarità del pubblico con una storia di cui conosce personaggi e archi narrativi, si traduce per le major nella consapevolezza che il «nuovo» prodotto può essere confezionato spendendo meno dollari per la promozione pubblicitaria.
Non solo. Un film già conosciuto è più facile da distribuire, dunque anche per i proprietari dei cinema commercializzare un prodotto con cui hanno familiarità è più allettante. Tutti buoni motivi per spiegare la perdurante attrazione fatale di Hollywood per i «franchise». E per sequel, reboot e spin-off, che rappresentano ormai quasi un terzo di tutti i film di maggior incasso, due volte il livello di dieci anni fa. Per avere una conferma, basta guardare la classifica stilata da Box Office Mojo, sito che raccoglie i dati riguardanti gli incassi cinematografici mondiali di sempre: il terzo e quarto posto sono occupati da due sequel, Il risveglio della Forza, settimo episodio di Star Wars (2,068 miliardi di dollari), e Avengers: Infinity War, seguito di Avengers: Age of Ultron del 2015 (1,671 miliardi).
Non bisogna scorrere a lungo l’elenco per trovare un altro sequel: Fast & Furious (2015) con Vin Diesel, Dwayne Johnson e Paul Walker, l’attore tragicamente morto in un incidente d’auto nel 2013, quando le riprese del film erano ancora in corso, occupa infatti la settima posizione con 1,516 miliardi di dollari di incasso.
Numeri che bastano da soli a sostenere l’imponente investimento produttivo di Hollywood in sequel, prequel, reboot e spin-off. Da qui a fine anno sono attesi sul grande schermo Mary Poppins Returns con Emily Blunt; Animali Fantastici: I Crimini di Grindelwald, secondo capitolo dello spin-off di Harry Potter interpretato dal premio Oscar Eddie Redmayne; Gli incredibili 2, nuova avventura della famiglia di supereroi Disney/pixar; Mission Impossible: 6 con l’inossidabile Tom Cruise; Mamma Mia! Ci risiamo, sequel del musical con le canzoni degli Abba; Sicario 2: Soldado con Josh Brolin e Benicio Del Toro di nuovo impegnati a combattere i cartelli della droga al confine tra Messico e Usa; X-men: Dark Phoenix, prima volta per i celebri mutanti senza Hugh Jackman.