Alla prova del mito «Non temo nessuno»
L’eroe di Parigi sulla strada di Nadal. Nove italiani al via
«Questa erbetta comincia a piacermi» sentenzia il Ceck di bianco vestito sullo sfondo del verde verdissimo di Wimbledon alla vigilia del debutto — da numero 31 del mondo e 29 del seeding — contro l’australiano De Minaur. Ci eravamo lasciati sulla rive droite l’8 giugno, semifinale del Roland Garros persa da Dominic Thiem, quando un palermitano con i riccetti e qualche idea meravigliosa in testa si era imposto all’attenzione degli dei del tennis battendo Carreno Busta (n. 10), Goffin (n. 8) e Djokovic (ex n. 1), in cima a un epico tie break. Se Marco Cecchinato è nato a Parigi, è a Londra che deve dimostrare di valere il salto di qualità e di classifica e di mentalità, sulla superficie più rara e ostica. Le prossime due settimane, tuffati dentro la meravigliosa retorica e l’irresistibile fascino dei Championships come uvetta nel panettone, e poi di erba si riparlerà tra un anno.
Però è qui in Church Road, tra i rimbalzi irregolari di un gioco sincopato e sempre in levare, con la palla che muore sull’erba prodotta da 10 tonnellate di semi pazientemente piantati da mister Grant Cantin e dai suoi giardinieri scelti, che si fa la storia o si muore. E sarebbe un vero peccato vanificare gli sforzi del Roland Garros con un passaggio a volo radente — e basta — a Wimbledon. Il Ceck, reduce dalla semifinale sui prati di Eastbourne, ha intenzioni bellicose e non le nasconde: «Sull’erba non c’è niente da stravolgere, semmai qualcosa da adattare. Giocarci mi diverte e non mi voglio accontentare. Anzi, voglio dimostrare di essere competitivo anche su questa superficie». La preparazione è stata ridotta all’osso da coach Simone Vagnozzi: dopo le vacanze a Porto Cervo, in Sardegna, Marco è volato in Inghilterra sull’onda dell’iniezione di fiducia del Roland Garros, con nel motore il chilometraggio illimitato della stagione sul rosso (primo titolo Atp a Budapest, prima semifinale Slam a Parigi). Ieri ha preso contatto con i codici di comportamento e stile dell’all England Club (gira in rete un video in cui un giardiniere rimprovera Federer perché transita dietro il campo 18 parlando a voce troppo alta...) allenandosi con il tedesco Kohlschreiber a Aorangi Park: «Sul veloce lui è a suo agio, ma io non temo nessuno e sono pronto a dare il massimo».
Nel torneo all italian (9 azzurri in tabellone contro una sola azzurra, Camila Giorgi: oggi subito in campo Seppi, Travaglia, Fabbiano e Lorenzi), insieme a Fabio Fognini (testa di serie n. 19, debutto contro il giapponese Daniel) Marco Cecchinato è il portatore sano di smorzate e rovescio in back che proverà a farsi largo verso un possibile terzo turno contro Rafa Nadal (Misha Zverev, fresco del titolo di Eastbourne, permettendo), il niño degli 11 Roland Garros che ha messo nel mirino il terzo Wimbledon: la finale dei sogni prevede la 39ª sfida della carriera con Roger Federer, l’anziano maestro degli otto titoli. Il Ceck ora è temuto: «Mi guardano tutti in un altro modo e mi sento molto più a mio agio nel circuito». Ha ricevuto i complimenti di Djokovic e mezzo spogliatoio. Come si cambia.