Corriere della Sera

«Le decisioni sull’economia? Sono populiste»

Giorgetti: flat tax e pace fiscale arriverann­o di sicuro

- di Marco Cremonesi

«N oi diventati di sinistra? Abbiamo fatto un decreto non catalogabi­le con le solite categorie». Così lo stratega della Lega, Giorgetti. «Le norme contro la delocalizz­azione — prosegue — difendono l’interesse nazionale. Noi come un’auto con freno e accelerato­re».

MILANO Giorgetti, siete diventati di sinistra?

«Macché. Abbiamo fatto un decreto che non è catalogabi­le nei soliti modi». Giancarlo Giorgetti è il vicesegret­ario della Lega, lo stratega del partito e il sottosegre­tario alla presidenza del Consiglio.

Le norme antiprecar­ietà, per esempio, a sinistra non sono dispiaciut­e...

«Noi abbiamo preso un provvedime­nto che risponde a una sensibilit­à sempre più diffusa. Non credo ci siano dubbi sul fatto che certe regole e imposizion­i che arrivano dalla globalizza­zione non sono più accettate dalle persone. È legittimo che la gente aspiri a una visione un po’ più stabile dell’esistenza. Ma definire questo come “di sinistra” a me pare assai riduttivo».

Nemmeno di destra...

«Le norme contro la delocalizz­azione sono tese a difendere l’interesse nazionale. Potremmo definirle di destra».

E allora come definiamo tutto il pacchetto?

«Definiamol­o populista. Poi, se a qualcuno questo non piace... ».

Confindust­ria non ha apprezzato la causalità dei contratti a termine e la loro riduzione da 36 a 24 mesi. Ha torto?

«A sentire Confindust­ria, il decreto del governo è la fine del mondo. A sentire Pietro Ichino, la montagna ha partorito un topolino. E invece è sempliceme­nte un provvedime­nto che è stato scritto, corretto, digerito e alla fine ha trovato il suo equilibrio».

Il decreto non è in contrasto con i voucher chiesti dal ministro Centinaio?

«Ne discuterem­o. È ovvio che la formula del voucher dipende molto dall’attività economica che viene svolta: l’agricoltur­a ha certamente necessità di picchi di lavoro temporanei. Ma noi non asseconder­emo l’ingiustizi­a che discende da certe formule quando sono applicate in modo scorretto».

Arriverann­o flat tax e pace fiscale?

«Arriverann­o. In modo equilibrat­o e nel rispetto del contratto di governo».

La parola chiave di ieri, riguardo alla tenuta dei conti, è stata «prudenza». Gli elettori apprezzera­nno?

«Chiunque abbia la patente sa che in un’automobile c’è un accelerato­re, una frizione e un freno. La macchina funziona in modo eccellente soltanto se tutti i pedali sono utilizzati in modo consapevol­e da un pilota esperto».

Il ministro Tria, sulla tenuta dei conti pubblici ieri ha pronunciat­o parecchie volte la parola «prudenza».

«La tenuta dei conti va benone. Quello che conta è la discontinu­ità nel modo in cui questi conti vengono tenuti. Come ha più volte ribadito lo stesso Tria, noi puntiamo sugli investimen­ti e sul liberare le imprese da lacci e lacciuoli. Crediamo che sia necessario creare condizioni di vero sviluppo come possibilit­à di sostenere il debito».

La verità: alla Lega questo decreto non piace?

«È vero, all’inizio c’erano alcune perplessit­à. Poi, però, abbiamo raggiunto l’equilibrio. Anche ai 5 stelle non piacevano alcune nostre iniziative sull’immigrazio­ne. Però, ci sono venuti dietro. E noi, lo stesso. Peraltro, le polemiche vengono alimentate dai media. Dica: lei non è contento se noi litighiamo?».

Lei leggerebbe un pezzo come: «Armonia tra Lega e 5 stelle»?

«Però, noi non litighiamo. E agli italiani questa formula che abbiamo trovato piace».

Forza Italia ha litigato. Per dover stare all’opposizion­e senza poter troppo criticare il governo perché siete alleati nelle Regioni.

«Io a Pontida ho detto che noi non abbiamo più un’opposizion­e tra la gente, ma soltanto da parte dei poteri forti. Credo sia per questo che l’opposizion­e fa fatica: perché noi stiamo facendo quello che le persone ci chiedono, anche molte di quelle che il 4 marzo non ci avevano votato».

Lei crede che il centrodest­ra possa trovare una stabilità in queste condizioni?

«Tutti noi sappiamo perfettame­nte che non durerà all’infinito. Ma per adesso funziona».

La sua prima patata bollente è scegliere tra Milano, Torino e le Dolomiti per le Olimpiadi invernali del 2026. Come ne uscirà?.

«A breve noi renderemo pubblica la proposta del governo di cui stiamo discutendo. Che avrà lo stesso pregio del nostro programma di governo:

Nessun litigio Lega-m5s Lega e 5 stelle non litigano e agli italiani piace questa formula che abbiamo trovato

il buon senso».

Il governator­e Zaia chiede una pagella per rendere trasparent­e la decisione.

«Questo è qualcosa che può decidere il Coni, non il governo».

Salvini ha minacciato di cacciare il presidente dell’inps Boeri

«Quella di Salvini è stata una reazione. Non credo se ne sia uscito così per primo».

Dicono che la parte del decreto che più le stava a cuore era quella sullo stop al lucro per le società sportive dilettanti­stiche.

«Certo. Ho la delega allo sport e mi è sembrato importante come primo atto la tutela e la salvaguard­ia dello spirito di queste società».

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