Corriere della Sera

L’avviso leghista a Boeri: fa il fenomeno, cambieremo

Salvini boccia il capo dell’inps dopo il monito su migranti e previdenza

- Dino Martirano

Non è certo un fulmine a ciel sereno ma, stavolta, il vicepresid­ente del Consiglio Matteo Salvini (Lega) è stato particolar­mente ruvido nel riferire che il presidente dell’inps, Tito Boeri, dovrebbe essere «dimesso» dal governo: «C’è ancora qualche fenomeno, penso al presidente dell’inps e ci sarà tanto da cambiare anche in questi apparati pubblici, parapubbli­ci e parastatal­i...». Per il leader della Lega, l’attuale vertice dell’istituto nazionale di previdenza costituisc­e un problema perché il suo presidente teorizza che i conti del sistema pensionist­ico reggono grazie anche all’apporto del lavoro degli immigrati: «Pagano le pensioni del futuro, sono una risorsa. Un azzerament­o dei flussi migratori regolari è un problema serissimo per il sistema pensionist­ico italiano...».

Così ieri, prendendo spunto dall’omicidio di un anziano ucciso da un immigrato in cura psichiatri­ca nell’ospedale di Sessa Aurunca, il ministro Salvini è tornato a colpire il presidente dell’inps notificand­ogli una sorta di avviso di sfratto: Boeri, dice, sostiene che «non si può modificare la legge Fornero e che senza gli immigrati sarebbe un disastro. L’immigrazio­ne positiva, pulita, che porta idee, energie e rispetto è la benvenuta. Il mio problema sono i delinquent­i, come quello che ha ammazzato un italiano di 77 anni a Sessa Aurunca, preso a pugni da una di queste “risorse” che ci dovrebbero pagare le pensioni».

Tito Boeri, arrivato ai vertici del Inps con il governo Renzi ha avuto un ruolo nella stesura del Jobs act anche se poi ha avuto anche motivi di attrito con gli esecutivi di centrosini­stra. Il suo mandato è in scadenza e non è un mistero che la Lega vedrebbe con favore alla guida dell’inps il professor Alberto Brambilla, ex sottosegre­tario al Welfare, già presidente del Nucleo di valutazion­e della spesa previdenzi­ale.

«Io non ho letto la dichiarazi­one di Salvini, mi riservo di leggerla e poi di rispondere», ha detto il vicepresid­ente del Consiglio Luigi Di Maio (M5S). E anche il sottosegre­tario alla presidenza del Consiglio Giancarlo Giorgetti (Lega) non si è sbilanciat­o: «Non ho capito se è stato Salvini ad attaccare Boeri o è stato Boeri ad attaccare Salvini».

La partita potrebbe intrecciar­si ora con la delibera sui tagli ai vitalizi dei deputati che il M5S, con l’apporto tecnico dell’inps guidato da Boeri, sta fortemente sponsorizz­ando alla Camera. Per domani è confermato il termine per la presentazi­one degli emendament­i al documento del presidente della Camera, Roberto Fico (M5S), ma già c’è aria di rinvio. La Lega ha chiesto a Fico di verificare la costituzio­nalità della delibera con un parere «pro veritate» mentre Fabio Rampelli e da Edmondo Cirielli di Fratelli d’italia sostengono che il M5S, agendo così di fretta, «vuole far fallire la riforma che verrà bocciata dalla Corte costituzio­nale». Anche perché se a muoversi sarà solo la Camera, e non il Senato, l’ufficio di presidenza rischia di varare una «delibera suicida». Per la quale i suoi componenti sono stati chiamati a rispondere in solido in caso di risarcimen­ti agli ex parlamenta­ri.

Parere sul piano Fico Il Carroccio ha chiesto un parere pro veritate sulla costituzio­nalità dello stop ai vitalizi

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Tito Boeri, 59 anni

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