«Noi baltici sotto l’assedio russo Serve un nuovo sforzo della Nato»
La presidente lituana: «Il vertice Trump-putin? Conseguenze imprevedibili»
P residente Dalia Grybauskaite, lei è da sempre entusiasta sostenitrice dell’unione europea e della Nato. Qual è il suo messaggio in occasione della visita domani a Vilnius di Sergio Mattarella, proprio mentre dal governo di Roma, in particolare dal ministro Salvini, crescono le simpatie per la Russia di Putin?
«Ho incontrato Mattarella a Roma mentre stava nascendo il vostro nuovo governo, si è parlato delle diverse modalità con cui i nostri due Paesi sono entrati nell’ue e nella Nato. Abbiamo concordato che l’obbiettivo è comune: lavorare per l’unità finalizzata a prosperità, a sicurezza, diritti umani. Ma oggi quei valori sono sotto attacco dal terrorismo globalizzato, dalle difficoltà dell’economia mondiale e dai pericoli di invasione militare. Noi baltici e la Polonia avvertiamo la minaccia dell’aggressione ai nostri confini, specie a fronte delle ripetute esercitazioni dell’esercito russo presso le nostre frontiere e nel Mar Baltico, degli attacchi cibernetici, della militarizzazione dell’enclave di Kaliningrad. Siamo sotto crescente assedio russo. L’unità europea e la Nato restano bastioni fondamentali della nostra sopravvivenza. Però dobbiamo cooperare».
La Russia pericolo numero uno?
«Certo, chi altro? Noi siamo liberi soltanto da tre decadi. Quotidianamente l’aggressività di Putin sottolinea la nostra caducità: è in corso una guerra non convenzionale. Solo nel 2017 abbiano subito 15.000 cyber-attacchi contro le nostre infrastrutture economiche, energetiche, aumentano le interferenze nella nostra politica interna. E Mosca sta costruendo un reattore nucleare in Bielorussia a soli 40 chilometri da Vilnius, la parte più popolata del nostro Paese. Uno strumento di minaccia e pressione geopolitica. Chi è lontano può ignorare il pericolo, ma non noi. Ce lo ricordano l’occupazione brutale e illegale della Crimea e l’invasione dell’ucraina».
Al prossimo summit Nato di Bruxelles chiederete nuovi missili Patriot americani per la difesa aerea?
«La difesa aerea della Nato nelle nostre regioni è insufficiente e va rafforzata. I Patriot possono essere installati su sottomarini o sul nostro territorio».
Considera legittima la protesta di Trump con i partner Nato, che non investono almeno il due per cento del loro budget in campo militare?
«Sì, ritengo sia ragionevole. In Lituania abbiamo già raggiunto il 2 per cento e siamo pronti a raggiungere il 2,5 in 10 anni. Intanto abbiamo creato una forza militare di reazione rapida e ripristinato la leva obbligatoria di 4 anni».
Come legge l’incontro Trump-putin previsto a Helsinki il 16 luglio?
«Con grande cautela, non ci attendiamo grandi risultati. Temiamo che si ripeta il non successo di quello fra Trump e Kim Jong-un con conseguenze imprevedibili, vista la grande pericolosità di Putin».
Sui migranti come giudica le chiusure del premier ungherese Viktor Orbán assieme
I migranti? Posso capire i Paesi di Visegrad, ma noi vogliamo rispettare gli obblighi europei Siamo pronti a ospitare profughi legali
Salvini ha delle ragioni ma non concordo con i metodi E sulle ong bisogna distinguere quelle autentiche da chi è strumento in mano ai trafficanti
Più difficile stare al comando se sei una donna Il doppio standard è palese: ti giudicano anche per l’aspetto e sei costretta sempre al self control
ai Paesi di Visegrad?
«Posso capire le loro preoccupazioni assieme a quelle dell’italia e di altri Paesi europei che si oppongono alla migrazione non regolata e illegale. Il flusso degli arrivi va posto sotto controllo. Ma la Lituania sarà sempre pronta a rispettare gli obblighi internazionali per accettare profughi che secondo le convenzioni umanitarie hanno il diritto di asilo e protezione. Sino ad ora abbiamo fatto ben poco per controllare i confini esterni europei. Dunque sono d’accordo con le decisioni dell’ultimo vertice europeo per investire nei Paesi africani col fine di limitare le partenze».
Siete d’accordo con il sistema delle quote?
«Abbiamo già rispettato l’accoglienza della nostra quota di 1.000 rifugiati concordata tra il 2015 e 2016. Ma non tutti vogliono restare da noi. Almeno la metà sono già ripartiti per la Germania e il Nord Europa. Noi siamo pronti a ricevere rifugiati legali, non migranti illegali.
Cosa pensa degli hotspot per regolare il flusso?
«Sono molto d’accordo con quelli posti al di fuori dell’europa, come anche propone Salvini, e con quelli che si pensa di installare al confine tra Austria e Germania».
Dunque lei condivide le preoccupazioni del nuovo governo italiano?
«Sì le capisco, anche se non sempre concordo con i metodi adottati. Per esempio sulle organizzazioni non governative vanno distinte quelle autentiche da quelle che poi si scoprono essere strumenti dei trafficanti».
Il governo della Merkel rischia. Cosa sarebbe l’europa senza di lei?
«La Germania della Merkel ha avuto un ruolo trainante per tutti noi. Senza dubbio oggi un’europa priva di lei sarebbe complessivamente molto più debole».
Nel 2019 terminerà il suo secondo mandato. L’hanno soprannominata la «donna di ferro». Il suo bilancio: cosa distingue una donna da un uomo al potere?
«Dal punto di vista della società e della politica non c’è alcuna differenza. Si giudicano i risultati e la capacità di comando. Vince chi ha successo, che sia donna o uomo. Ma per la donna al comando le cose sono sempre diverse e personalmente più difficili. Il double standard è palese. La donna viene messa molto di più dell’uomo sotto la lente d’ingrandimento, specialmente per il suo aspetto esteriore. È costretta a un ininterrotto esercizio di autocontrollo».