Scandalo dati, l’fbi indaga su Facebook e Zuckerberg
Dopo le testimonianze rese da Mark Zuckerberg davanti al Congresso Usa e al Parlamento europeo, il grande pubblico ha mentalmente archiviato il caso Facebook, appagato dal «processo» mediatico. Ma non l’hanno archiviato le autorità Usa che incalzano da mesi la società californiana chiedendole conto delle sue scelte nel caso Cambridge Analytica (che usava i profili personali degli utenti a fini politici) e in quelli delle altre imprese a cui per anni ha ceduto i dati sul comportamento degli utenti nelle sue reti sociali. Si sapeva già delle indagini avviate dal ministero della Giustizia e dalla Federal Trade Commission ma ora, dopo nuove indiscrezioni del Washington Post, Facebook ha ammesso di aver ricevuto dettagliate richieste di informazioni anche da Fbi e Sec, l’authority che sorveglia le imprese quotate. I federali, in particolare, stanno andando a fondo anche sulle dichiarazioni di Zuckerberg in Parlamento e sulle 747 pagine di documenti aggiuntivi appena forniti dalla società al Congresso. Documenti in cui Facebook afferma di aver ceduto dati sui suoi utenti a più società esterne rispetto a quanto fin qui noto: 52, dai giganti della Silicon Valley come Apple alle cinesi Alibaba e Huawei. Ora sono stati troncati 38 di questi rapporti. Altri 7 lo saranno nel prossimo futuro. Ne resteranno in piedi alcuni, anche quello con Alibaba. I federali e la Consob americana vogliono sapere quando Facebook si è accorta dei comportamenti devianti di Cambridge Analytica e perché non ha avvertito subito gli utenti danneggiati, aspettando che il caso esplodesse sui giornali per uscire allo scoperto. Curiosità alimentata anche dal fatto che, dopo le indagini condotte in seguito allo scandalo Cambridge Analytica, Facebook ha deciso di sospendere circa 200 partnership con startup esterne che hanno sviluppato app usando i dati del gigante delle reti sociali. Cresce, intanto, la pressione per andare oltre Facebook estendendo le indagini ad altre società, fin qui rimaste nell’ombra, che hanno sviluppato business giganteschi usando i dati degli utenti dei social: da Axciom a Experian a Oracle. Mentre un’inchiesta del Wall Street Journal mette in luce come alcune di queste società che rastrellano dati privati degli utenti a fini commerciali hanno usato a piene mani il traffico di posta elettronica del sistema Gmail. Che Google promise di blindare. Con risultati non del tutto soddisfacenti, a quanto pare.
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