L’infermiera che ha ucciso otto bambini
In quell’ospedale i bambini nascevano alla vita. In quell’ospedale i bambini venivano accompagnati alla morte. La clinica degli orrori è nel Cheshire, in Inghilterra: qui, al Countess of Chester hospital, fra il 2015 e il 2016 si sono verificati 17 decessi sospetti di neonati e altri 15 casi di incidenti non fatali. Ieri è stata arrestata una donna, con l’accusa di omicidio: le vengono addebitati otto assassini e altri sei tentativi di omicidio. E nel pomeriggio la polizia scientifica è andata a perquisire l’abitazione di un’infermiera, Lucy Letby, che abita lì con i suoi genitori a poco più di un chilometro dall’ospedale. L’indagine è partita un anno fa, dopo che era stata notata un’impennata nei tassi di mortalità infantile nel reparto nascite della clinica: mentre negli anni precedenti i decessi di neonati erano attestati fra 1 e 3 all’anno, nel 2015 erano diventati 8 e nel 2016 cinque. Un’inchiesta del Royal College pediatrico aveva rilevato gravi inadeguatezze nella gestione dell’ospedale, in particolare nell’assegnazione dei turni e nei processi decisionali, ma non era giunta a una spiegazione definitiva per le morti dei bambini. Ora l’indagine della polizia ha individuato una responsabile: «È importante ricordare — ha detto il detective incaricato — che al cuore di questa vicenda ci sono famiglie disperate che cercano una risposta a ciò che è accaduto ai loro bambini». Non è la prima volta che il sistema sanitario inglese finisce sotto accusa: qualche settimana fa a una dottoressa erano state imputate le morti di centinaia di anziani.