Don Giuliano si sposa con Paolo «Ci amiamo, mi ha reso felice»
Da Verona a Gran Canaria per le nozze. Il vescovo andrà dai parrocchiani
Capelli lunghi, piercing e un tatuaggio. «Veritas nos liberabit» (La verità ci renderà liberi). Una piccola licenza poetica rispetto a quel passo evangelico di Giovanni, capitolo 8, versetto 32: «La verità vi renderà liberi».
Ma qual è la verità di Giuliano Costalunga, per oltre vent’anni sacerdote, pur con un’ordinazione «strappata» a cinquecento chilometri di distanza? La curia di Verona gli aveva detto di no al sacerdozio un mese prima della cerimonia, lui se n’era andato a Rieti, dove «c’era bisogno di preti» e dove gli venne concesso l’abito talare.
Ora un video che in questi giorni sta girando di telefonino in telefonino tra gli abitanti della Lessinia, la zona di montagna a nord di Verona dove è stato parroco per anni, conferma ciò che molti sussurravano da tempo. Don Giuliano ha infatti coronato il suo sogno d’amore con Pablo, o meglio Paolo, suo collaboratore ecclesiastico. La conferma di una relazione che andava avanti da anni, suggellata dall’unione in matrimonio lo scorso aprile. «Abbiamo aspettato a lungo questo giorno. Ci amiamo da dieci anni» ammette don Giuliano. Anni fatti di compromessi, di omissioni. Ignorando le voci, le lettere anonime che circolavano già dal 2009, in cui veniva descritto come «un diavolo,
Mi ha salvato È un’esperienza speciale Paolo mi ha salvato e mi ha fatto diventare anche una persona migliore La cerimonia
Il bacio dopo le nozze tra Giuliano Costalunga e Paolo nell’aprile scorso a Gran Canaria, in Spagna tracce, e ha annunciato quindi la possibilità di «un’azione d’ufficio». Una versione che parrebbe essere smentita dalle dichiarazioni dell’avvocato di Costalunga, Alex Dal Cero, che fornisce una data, l’8 febbraio di quest’anno, giorno in cui sarebbe stata consegnata «la richiesta di riduzione allo stato laicale».
Il vescovo incontrerà la comunità di Selva di Progno, domani sera. Nella stessa chiesa dove, ogni giorno e specialmente la domenica, l’allora don Giuliano diceva messa, richiamando in quell’angolo remoto fedeli da gran parte del Veronese. E dove organizzava flash mob per annunciare la parola di Dio «attraverso la danza e il ballo» e per testimoniare l’appartenenza alla «Chiesa della gioia».