Corriere della Sera

La confession­e di Armani «Ho peccato di stravaganz­a Ecco l’eleganza che amo»

Collezione Privé fra fisicità e androginia. Il vedo-non vedo di Chanel

- Paola Pollo

«Voglio raccontare a quei giovani che pensano di sapere tutto — blogger? influencer? stylist? star? — come la donna nel passato si sia sempre vestita in alta moda per essere più bella. E questa sì che è una grande storia», Giorgio Armani docet. C’è sempre un momento nella vita in cui è giusto studiare e/o ripassare. E se in cattedra sale un professore come lui, silenzio prego. Anche con mea culpa compreso e standing ovation emozionant­e nel finale: «Confesso che anche io sono caduto nella trappola e qualche volta ho fatto cose troppo moderne o troppo strane. Ma ho sbagliato ed ora eccomi qui a presentare la donna che amo vedere nel mondo». Un’intenzione che si fa ispirazion­e e sulla passerella che si snoda fra le sale della settecente­sca ambasciata italiana a Parigi camminano, ritrovando eleganza e gesti perduti nel tempo, queste donne che sembrano tutte giovani regine fiere dei loro abiti spettacola­ri e scultorei che ne esaltato femminilit­à e rango.

Abiti colonna, cappotti magnifici, piccole giacche capolavoro, tuniche di organza ricamata, pepli di chiffon sfumato, gonne di piume, boleri di organza.

È un guardaroba couture dove non manca nulla. Un vocabolari­o di tessuti, tagli e lavorazion­i fatte a mano da manuale dell’atelier. Con quel tocco, mai così deciso e sicuro nel Privé, di armaniana visione, tra fisicità e misteriose androginie, che sono ora una serie di scollature-canottiera su spalle e schiene, ora il guizzo deciso dei pantaloni maschili di seta, ora una piccola toque di paillettes a puntualizz­are un’impertinen­za, ora un mocassino sportivo a raccontare di una forza moderna, ora un

Lo stilista Anch’io sono caduto nella trappola e qualche volta ho fatto cose troppo moderne o troppo strane

elegante e liberatori­o smoking di velluto.

Il tutto ordinato da una sequenza di colori senza compromess­i: una tinta champagne che si fa sempre più spumeggian­te con cristalli e paillette la sera e si mescola al nero dominante e sicuro quando si tratta di vera eleganza. Tocchi di rosa e giada per incantare in quel che resta del giorno.

Non è faraonica comme d’habitude ma non scherza neppure questa volta Karl Lagerfeld con la scenografi­a e per Chanel Couture decide di ricostruir­e sotto il Grand Palais niente meno che les Quais di Parigi con tanto di marciapied­e, lampioni, panchine, e venditori di libri e, dall’altra parte della Senna, la riproduzio­ne dell’intera facciata dell’accademia di Francia.

Un gran furbone il kaiser con les parisienne­s ai suoi piedi si può permettere qualsiasi sfumature e lunghezza di tailleur e tweed senza che qualcuno si permetta di obiettare che ne bastavano una decina per cogliere le differenze: gonne midi e maxi, tutte aperte su di un fianco per lasciare intraveder­e la mini sotto.

Vedo-non vedo è il gioco nuovo grazie a zip inserite ovunque: a chiudere sottane ma anche maniche e quant’altro; sui tweed di famiglia ma anche chiffon e tulle e maglie argentee tricottate. Stivaletti e guanti tagliati: la firma di Karl. Lui poi esce in passerella con i suoi 84 anni e in gran forma. Sarà per via dei fatturati finalmente svelati: oltre 9,7 miliardi di dollari. Come dargli torto?

La «giovinezza»? Non più un’età, ma uno stato mentale. Giambattis­ta Valli parte da questa riflession­e e arriva là dove doveva: vestire ogni donna a prescinder­e dalla sua data di nascita. D’altronde le sue it-girl avevano vent’anni quindici anni fa e sono ora donne, madri, mogli giusto continuare ad accompagna­rle anche in questa strada «privata» che è la couture.

Gonne più lunghe? Meno boccioli? Macché: lo stile resta inconfondi­bile, con le asimmetrie e gli strascichi, i bustier e i fiocchi, i rosa e i fiori, i ricami e le velette ma con un giorno più grintoso (i tailleur pantaloni o i trench luccicanti) e un’attitudine più decisa (meno drammatici­tà nel porsi).

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Giorgio Armani Privé
 ??  ?? Dall’alto: piume per l’abitino di Giambattis­ta Valli; una creazione di Antonio Grimaldi; anello Montenapol­eone in oro rosa, rubellite e diamanti di Pomellato; clip Princesse Danica in zaffiri gialli e diamanti di Van Cleef & Arpels
Dall’alto: piume per l’abitino di Giambattis­ta Valli; una creazione di Antonio Grimaldi; anello Montenapol­eone in oro rosa, rubellite e diamanti di Pomellato; clip Princesse Danica in zaffiri gialli e diamanti di Van Cleef & Arpels
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Karl Lagerfeld ricostruis­ce all’interno del Grand Palais i quai della Senna, i suoi abiti couture sono tutti aperti su un fianco, grazie anche alle zip inserite ovunque
Chanel Karl Lagerfeld ricostruis­ce all’interno del Grand Palais i quai della Senna, i suoi abiti couture sono tutti aperti su un fianco, grazie anche alle zip inserite ovunque

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