Riffeser alla guida della Fieg «La stampa possa contare sul sostegno del governo»
Succede a Costa. Dini e Ferrauto alla vicepresidenza
Prima di tutto sottolinea «le sfide che ci attendono» e la necessità di una «condivisione» sui «cambiamenti da mettere in atto, necessari e improcrastinabili per poter garantire i posti di lavoro, il ricambio generazionale e soprattutto il rispetto dell’articolo 21 della Costituzione». È l’esordio programmatico di Andrea Riffeser Monti, alla guida di Poligrafici Editoriale, che ieri è stato eletto presidente della Fieg, la Federazione italiana degli editori. L’assemblea lo ha nominato all’unanimità. Succede a Maurizio Costa, il quale lascia l’incarico dopo aver svolto il numero massimo di mandati previsti dallo statuto, salutato da un lungo applauso: riconoscimento del suo appassionato impegno nell’attività federale rivolto, in anni di grande trasformazione, alla salvaguardia di un sistema di regole e in particolare della protezione e remunerazione del copyright.
E il primo «buon lavoro» al nuovo presidente arriva dalla «controparte», da Raffaele Lorusso, segretario generale della Fnsi, il sindacato dei giornalisti: «La sua esperienza contribuirà a tener vivo il confronto su criticità e riforme necessarie per il rilancio del sistema».
Riffeser Monti, che sarà affiancato dai due vicepresidenti eletti dal consiglio federale, per i quotidiani Francesco Dini (Gedi) e per i periodici Giuseppe Ferrauto (Cairo editore), si è detto «onorato di essere stato scelto» a guidare la federazione «in un periodo di grande difficoltà di tutta l’economia che tocca in modo particolare Andrea Riffeser Monti, 61 anni, amministratore delegato e vicepresidente di Poligrafici editoriale (gruppo Monrif) il nostro settore. Ha poi definito necessario «aprire molteplici tavoli con istituzioni, enti e categorie che si interfacciano con il nostro mondo». E, per «garantire pluralità e libertà di stampa», è «fondamentale accrescere la penetrazione politica, culturale e diplomatica, in Italia e anche negli altri Paesi. Per affermare la propria indipendenza e autorevolezza la stampa deve poter contare sul sostegno di governi e istituzioni italiane». Ha quindi ricordato che «all’estero la stampa è molto più finanziata che in Italia. In Francia vengono garantiti decine di milioni alla France press e ai giornali dai 3 ai 7 milioni per rafforzare la voce del Paese nel mondo. I giornalisti italiani all’estero sono le nostre sentinelle. Se chiudiamo le sedi internazionali perdiamo le nostre voci». Gli editori «non sono contro giornalisti, poligrafici, distributori ed edicolanti, ma è finita la fase dell’abbondanza». Fra i punti in agenda, in continuità con Costa, il riconoscimento integrale del copyright, che va tutelato anche sul digitale.