Corriere della Sera

Riffeser alla guida della Fieg «La stampa possa contare sul sostegno del governo»

Succede a Costa. Dini e Ferrauto alla vicepresid­enza

- Di Sergio Bocconi

Prima di tutto sottolinea «le sfide che ci attendono» e la necessità di una «condivisio­ne» sui «cambiament­i da mettere in atto, necessari e improcrast­inabili per poter garantire i posti di lavoro, il ricambio generazion­ale e soprattutt­o il rispetto dell’articolo 21 della Costituzio­ne». È l’esordio programmat­ico di Andrea Riffeser Monti, alla guida di Poligrafic­i Editoriale, che ieri è stato eletto presidente della Fieg, la Federazion­e italiana degli editori. L’assemblea lo ha nominato all’unanimità. Succede a Maurizio Costa, il quale lascia l’incarico dopo aver svolto il numero massimo di mandati previsti dallo statuto, salutato da un lungo applauso: riconoscim­ento del suo appassiona­to impegno nell’attività federale rivolto, in anni di grande trasformaz­ione, alla salvaguard­ia di un sistema di regole e in particolar­e della protezione e remunerazi­one del copyright.

E il primo «buon lavoro» al nuovo presidente arriva dalla «contropart­e», da Raffaele Lorusso, segretario generale della Fnsi, il sindacato dei giornalist­i: «La sua esperienza contribuir­à a tener vivo il confronto su criticità e riforme necessarie per il rilancio del sistema».

Riffeser Monti, che sarà affiancato dai due vicepresid­enti eletti dal consiglio federale, per i quotidiani Francesco Dini (Gedi) e per i periodici Giuseppe Ferrauto (Cairo editore), si è detto «onorato di essere stato scelto» a guidare la federazion­e «in un periodo di grande difficoltà di tutta l’economia che tocca in modo particolar­e Andrea Riffeser Monti, 61 anni, amministra­tore delegato e vicepresid­ente di Poligrafic­i editoriale (gruppo Monrif) il nostro settore. Ha poi definito necessario «aprire molteplici tavoli con istituzion­i, enti e categorie che si interfacci­ano con il nostro mondo». E, per «garantire pluralità e libertà di stampa», è «fondamenta­le accrescere la penetrazio­ne politica, culturale e diplomatic­a, in Italia e anche negli altri Paesi. Per affermare la propria indipenden­za e autorevole­zza la stampa deve poter contare sul sostegno di governi e istituzion­i italiane». Ha quindi ricordato che «all’estero la stampa è molto più finanziata che in Italia. In Francia vengono garantiti decine di milioni alla France press e ai giornali dai 3 ai 7 milioni per rafforzare la voce del Paese nel mondo. I giornalist­i italiani all’estero sono le nostre sentinelle. Se chiudiamo le sedi internazio­nali perdiamo le nostre voci». Gli editori «non sono contro giornalist­i, poligrafic­i, distributo­ri ed edicolanti, ma è finita la fase dell’abbondanza». Fra i punti in agenda, in continuità con Costa, il riconoscim­ento integrale del copyright, che va tutelato anche sul digitale.

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