Tabù infranto
Ai quarti Kane ancora a segno, Mina pareggia nel recupero. Poi la liberazione
Cancellata la maledizione dei rigori l’inghilterra elimina la Colombia Dell’ex milanista Bacca l’errore decisivo
MOSCA È ancora presto per dire se «Football is coming home», il calcio sta tornando a casa, come cantano i tifosi impazziti di gioia. Però una cosa è certa: l’inghilterra si è tolta la scimmia dalla spalla. Vince ai calci di rigore il suo ottavo di finale contro la Colombia, sfata il tabù dei penalty e vede un bel quarto di finale contro la Svezia. Di più non poteva chiedere, anche se tutto è arrivato in fondo alla sofferenza di essere qualificata al 92’ e di dover rimettere tutto in discussione al 93’ per la terza capocciata vincente in questo Mondiale di Yerry Mina, il difensore goleador.
L’inghilterra, a quel punto, si è sentita perduta. Aveva davanti la Spoon River di tutte le occasioni mancate ai rigori. Mondiale 1990: semifinale persa con la Germania (sbagliano Pearce e Waddle); Europeo 1996: semifinale persa con la Germania (proprio il c.t. Southgate); Mondiale 1998: ottavi di finale persi contro l’argentina (Ince e Batty); Europeo 2004: quarti di finale persi contro il Portogallo (Beckham e Vassell); Mondiale 2006: quarti di finale persi contro il Portogallo (Lampard, Gerrard e Carragher); Europeo 2012: quarti di finale persi contro l’italia (Young e Cole).
È per questo che Southgate ha voluto curare il dettaglio nella miglior maniera possibile. Non soltanto nel ritiro di Repino, ma anche nei mesi scorsi. Allenamenti sul campo e test psicometrici per capire chi fossero i giocatori più adatti a reggere la pressione. Ieri sera ha sbagliato solo Jordan Henderson, ma gli altri sono stati perfetti, con una menzione speciale per il giovanissimo Rashford, che era appena entrato, per Dier che ha tirato il quinto e per il portiere Pickford, nuovo a questi livelli, che ha parato quello decisivo a Bacca.
Ancora una volta l’inghilterra è stata soprattutto Harry Kane, che è il centravanti che ogni allenatore vorrebbe avere perché segna (6 gol a Russia 2018, capocannoniere, in sole 3 partite perché Southgate gli ha risparmiato quella contro il Belgio) e gioca per la
squadra. L’attaccante del Tottenham, con il gol di ieri, è arrivato a quota 52 stagionali, così distribuiti: 30 in Premier League, 7 in Champions League, 4 in Fa Cup e 11 in Nazionale, dove ne ha segnati in totale 19 in 27 presenze. Da quando è capitano dei Tre Leoni ha segnato 14 gol in 10 gare e, naturalmente, anche il primo dei rigori finali, che non entra nelle statistiche ma conta tantissimo.
La Colombia esce al termine di una gara strana, prima persa e poi quasi vinta, perché l’inerzia emotiva sembrava tutta dalla sua parte. La squadra di Pekerman era andata in svantaggio per una leggerezza di Carlos Sanchez, passato anche per la Fiorentina, che ha trattenuto Kane in area di rigore sugli sviluppi di un corner. Sanchez aveva ricevuto minacce di morte dopo il rigore provocato nella prima gara al Mondiale, con annessa espulsione, contro il Giappone. Il 2 luglio 1994, dopo che la Nazionale era stata eliminata dal Mondiale americano, il capitano Andrès Escobar fu ucciso a colpi di arma da fuoco fuori dal bar Padua di Medellin. In Colombia, su queste cose, non scherza nessuno e il calcio non è solo uno sport.
Sempre sconfitti Nelle ultime sei occasioni, tra Europei e Mondiali, dal dischetto inglesi sempre k.o.